Blue tongue, si corre ai ripari tra ritardi e poche risorse

L'assessore regionale Antonini ammette la presenza di un elevato numero di focolai e centinaia di ovini deceduti
Attualità

Ha colto nel segno la denuncia dell’allevatrice di pecore di Ussita che a Marche Agricole ha confidato l’esasperazione per essere lasciata sola ad affrontare l’emergenza Blue tongue tra maggiori spese e maggiori carichi di lavoro.

Un’emergenza, quella di questa epidemia che prende il nome inglese della lingua blu degli ovini (sintomo dell’infezione),  probabilmente sottovalutato dalle istituzioni che nel giro di poche settimane, però, si è allargato a macchia d’olio dal nord al sud delle Marche. Grande la frustrazione da parte del mondo allevatoriale costretto a dover fronteggiare non solo le perdite dei propri animali, ma anche le spese per vaccini e repellenti.

Di fronte a tale situazione è arrivata, ieri, la posizione ufficiale dell’Assessore all’Agricoltura il quale, nel fare il punto della situazione, ricorda che l’ente avrebbe già provveduto a fornire le necessarie indicazioni a livello veterinario per fronteggiare l’emergenza.

L’assessore Andrea Maria Antonini

Secondo l’assessore Andrea Maria Antonini “la Blue tongue è stata affrontata appena si è acutizzata l‘epidemia dall’Unità di Crisi Regionale attraverso il GORES-Marche che si è immediatamente riunito ed emanato le linee di indirizzo sulle misure di controllo della circolazione virale e sulla gestione degli animali sensibili alla malattia”.

Sulla mancata programmazione di un piano vaccinale, questione oggetto di forti critiche da parte del mondo allevatoriale, l’assessorato sostiene che questo non sia stato fatto poiché la malattia è stata declassata a livello UE come solo di interesse zootecnico e, quindi, non pericolosa per la salute umana.

“Nel contempo – aggiunge poi Antonini – abbiamo attivato gli uffici della Direzione Agricoltura per richiedere una disponibilità dei fondi di bilancio dedicati alla Blue tongue. Il 29 luglio, il Consiglio regionale ha approvato l’Assestamento del Bilancio 2025 mettendo a disposizione 100.000 euro per i primi interventi di emergenza per riconoscere un sostegno agli allevatori, che potrà essere concesso nel rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato (de minimis)”.

Una pecora affetta da Blue tongue

Proprio in riferimento ad uno dei fronti più caldi, quello degli indennizzi, si apprende dunque che una somma è stata finalmente stanziata per coprire i costi per il vaccino, per i prodotti repellenti per gli insetti vettori, per i capi morti e per l’eventuale perdita di reddito. L’apposito bando verrà emanato a breve con possibilità di accedervi fino a fine anno.

Una notizia certamente positiva che però, fa riflettere sia sulla mancanza di tempismo nel “lanciare l’allarme” da parte degli enti preposti, che sulla esiguità dei fondi messi a disposizione.

Da inizio anno, secondo la stessa Regione, sono stati accertati complessivamente 80 focolai nelle Marche e ce ne sono altri 47 in fase di accertamento. L’AST principalmente coinvolta è quella di Macerata, che detiene quasi il 50% del patrimonio ovicaprino della regione. Nei focolai sono presenti 24.383 ovini e, di questi, ad oggi, ne sono morti 599. Volendo fare un rapida simulazione basata sui 599 capi già deceduti a causa della bluetongue (per i quali non si sa se i contributi saranno “retroattivi”) ed attribuendo un valore medio di 200 euro ad animale necessiteremo di 119.800 euro solo per risarcire gli animali morti ( 599 decessi x200 euro). Somma già di per sé superiore al totale messo a disposizione.

Una situazione molto complessa, dunque, in cui emerge drammaticamente un aspetto: la sempre maggiore difficoltà nel gestire e fronteggiare epidemie, pandemie ed emergenze inerenti la sanità animale. Che si tratti di Blue tongue, Peste suina africana o Dermatite bovina diventa difficile comprendere i motivi per i quali, seppur in presenza di vaccini in grado di limitare i danni, non si applichi agli animali la stessa fermezza (per usare un eufemismo) che si adottò non più tardi di qualche anno fa per fronteggiare il Covid. Quella famosa, e discussa, immunità di gregge che non si volle adottare per gli umani in epoca pandemica la si vorrebbe oggi applicare agli animali. Con la non trascurabile differenza che una pecora, a differenza di una persona, non dovrebbe essere ancora dotata di libero arbitrio in tema di trattamenti sanitari… o almeno si spera.

Tags: blu tongue, in evidenza, pecore

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