Moncaro, i creditori sono 570 per 76 milioni di euro

Bocciato il 59% delle richieste, comprese quelle degli ex amministratori: "Responsabili del debito"
Economia
di Veronique Angeletti

Dalla lista dei 570 creditori, il crac Terre Cortesi Moncaro ammonta a 76 milioni. Ma tra le richieste ammesse il “botto” non dovrebbe superare – si fa per dire – 31 milioni. Sono i numeri dello Stato passivo della più importante cooperativa vitivinicola delle Marche. Depositato il 25 novembre scorso dal commissario Giampaolo Cocconi, nominato ad ottobre 2024 dal Ministero per gestire la liquidazione coatta amministrativa (Lca), boccia il 59% delle richieste, il che corrisponde a 45 milioni di euro.

Giampaolo Cocconi

Le vere “scartate” sono le banche e le società di gestione del risparmio. Come Amundi a cui non è stato riconosciuto 22,5 milioni in quanto fondato su “Wine Marche” «un’operazione – scrive Cocconi – priva di causa lecita e contraria ai principi di correttezza e buona fede». Rigettate le richieste di Crédit Agricole leasing (2,3 milioni), Crédit Agricole Italia (906 mila euro), della Bcc Ostra Vetere (1,4 milioni); ma anche di Unicredit (408 mila), di Banca Macerata (305 mila) e di tante altre «per aver contribuito ad un’ulteriore esposizione finanziaria verso una coop già priva di capacità di rimborso che presentava indicatori palesi di crisi economico-finanziaria». La prova che la coop di Montecarotto si creava liquidità attraverso prestiti e fidi.

Come sono stati esclusi dallo stato passivo i crediti avanzati dagli ex amministratori e sindaci revisori ritenuti gravemente inadempienti in quanto «responsabili di un debito di 58,62 milioni di euro». Più di 20 milioni di quelli presentati ai tavoli istituzionali prima della nomina del custode Marcello Pollio dal Tribunale di Ancona. Si cita l’acquisizione non perfezionata di Villa Medoro con oltre 6 milioni di euro versati ma il più grave è che «malgrado le irregolarità – denuncia Cocconi – il Collegio sindacale e le società di revisione hanno continuato a certificare i bilanci come “veritieri e corretti”, inducendo creditori e investitori a fidarsi di dati falsati facilitando l’accesso a nuovi crediti bancari, aggravando il dissesto economico».

Vigneti della Moncaro

Dai crediti riconosciuti dal Commissario, 21,5 milioni sono privilegiati. Oltre all’Agenzia delle entrate, tutti i dipendenti e tutti i conferitori. Tra i chirografari (dagli asset sembrerebbe che sarà possibile saldare i debiti) i fornitori di servizi ma più di tutto le Cantine del territorio. Ad esempio, Villa Romita di Castelplanio (412 mila), Cantina di Ruscio (166 mila), Angelini Wines, (ex Fazi Battaglia per 300 mila euro), le Brecciole di Apiro (344 mila euro). Riconosciuto chirografario le cooperative in Lca Moderna (824 mila) e Colonnara (800mila).

Non sono riconosciute le quote di capitale sociale. Né quello del partner svedese (1,5 milione), né di Coop Fond (1,1 milione) e di tutte le aziende e privati. In media hanno perso 30 mila euro che consideravano investimenti e risparmi. Infine, per aver fatto richiesta fuori tempo, escluso 231 mila euro di compenso al custode nominato dal tribunale Marcello Pollio.

Tags: in evidenza, Moncaro, vino, viticoltura

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