Giunti al termine la stagione estiva è tempo di bilanci, non solo per la campagna di raccolta delle produzioni locali ma anche per la stagione agrituristica.
Sono oltre 2.000 le attività iscritte al Siar – il portale regionale che censisce le strutture agrituristiche marchigiane – di cui più di 1.200 quelle che offrono ospitalità ed alloggi di vario tipo rivolgendosi ad un turismo sempre più articolato ed esigente. Un’offerta ampia che in un contesto nazionale (ed internazionale) non facile è stata comunque in grado di mantenere un’ottima tenuta grazie alla capacità di rispondere, prontamente, alle esigenze legate a nuove abitudini di viaggio. Quello in agriturismo, infatti, è un tipo di accoglienza in costante crescita, soprattutto nelle regioni del centro Italia e fra queste le Marche.

“La tendenza dominante è la minore durata dei soggiorni, con prenotazioni di due o tre notti al massimo, e una crescita del fenomeno delle vacanze mordi e fuggi’ afferma il presidente nazionale di Agriturist Augusto Congionti, che è anche titolare di una struttura nel cuore del Parco dei Sibillini. “Le prenotazioni – continua – sono sempre più sotto data, rendendo difficile per le imprese pianificare e gestire l’offerta al meglio. Si tratta di una dinamica che accomuna l’intero settore turistico, dagli alberghi agli agriturismi, ma le nostre strutture sono spesso più capaci di rispondere a tali nuove esigenze. Nelle Marche, in particolare, la ricettività agrituristica sta vivendo una crescita costante. Dopo una fase inziale partita a rilento a causa di vari fattori fra cui il maltempo (giungo e luglio abbastanza piovosi), anche nel 2025 l’agriturismo si è dimostrato il vero protagonista delle vacanze italiane e marchigiane. Agosto e settembre hanno visto delle ottime affluenze premiando un turismo di qualità particolarmente attento a tutto ciò che il nostro territorio può offrire”.
Una clientela non solo nazionale (circa un quarto sono stranieri) dove le famiglie con bambini rappresentano oltre la metà dei clienti ospitati.
“Ad essere ricercate sono soprattutto le bellezze naturalistiche ed il patrimonio culturale dei vari territori – aggiunge il presidente Congionti – ma ad essere sempre più ricercato è il c.d. ‘turismo esperienziale’ , elemento distintivo di molte aziende associate ad Agriturist sul quale, in generale, è comunque necessario che anche le altre attività del territorio continuino a sviluppare. Degustazioni in cantina, passeggiate a cavallo, corsi di cucina o visite alle realtà produttive locali sono esperienze molto ricercate sul quale l’intero territorio deve investire.”
Una necessità di fare rete e di garantire un’offerta ampia agli ospiti che soggiornano in struttura è un’esigenza evidenziata anche da Flaminia Costa, titolare dell’agriturismo Pieve San Biagio a Macerata, una struttura di recente apertura ma che sorge all’interno di una ex complesso monastico risalente al XI secolo.

“La stagione è stata sicuramente buona in termini di presenze – spiega – ma quello che si è reso evidente è la necessità di garantire un’offerta turistica davvero a 360 gradi che coinvolga l’intero territorio. La nostra realtà attualmente offre alloggio in appartamenti, recentemente ristrutturati ma all’interno di un edificio storico, affiancati da un ampio parco e da una piscina che ci rende particolarmente attrattivi soprattutto nel periodo estivo. Al di là di questo, però, stiamo sviluppando una ampia serie di collaborazioni con ristoranti, cantine ed attività nei dintorni così da proporre agli ospiti una variegata scelta di esperienze da poter vivere.”
Un’attività di networking costante e sempre più necessaria per assecondare le mutate esigenze dei turisti che vengono a visitare la nostra regione ma che dovrebbe, forse, vedere un coinvolgimento maggiore anche delle altre realtà economiche ed imprenditoriali del territorio oltre che degli enti locali preposti.
“Stiamo investendo molto tempo nella ricerca di attività da poter offrire a chi soggiorno da noi – sottolinea Flaminia Costa- con l’obbiettivo di fidelizzare l’ospite e lasciare un’esperienza che lo leghi non solo alla struttura ma all’intero territorio. Ma in questo è importante che anche tutti gli altri attori collaborino, non solo le imprese agrituristiche”.