Bovini, allevamenti di alcune razze sempre più a rischio

Nuovo allarme EFSA sul benessere dei bovini da carne: ecco le criticità emerse sugli standard degli allevamenti
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

Quella del benessere animale è una questione oggetto di forti dibattiti, ancor più quando si parla di specie da reddito. Le difficoltà di far convivere, in una società sempre più emotivamente coinvolta da certi temi, il concetto di allevamento ai fini della macellazione con il rispetto della vita di ogni singolo essere vivente sono evidenti e generano una inevitabile polarizzazione del dibattito.

Il rapporto dell’Efsa

Farà senza dubbio discute, quindi, il recente, corposo, rapporto tecnico dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) che getta un’ombra sugli attuali standard di allevamento dei bovini da carne in Europa. Il documento, redatto su richiesta della Commissione Europea, integra un precedente parere scientifico e sottolinea le criticità riscontrate, in particolare per quanto riguarda le condizioni di stabulazione, gli spazi a disposizione e le pratiche di allevamento. Del resto, il rispetto del benessere animale negli allevamenti è ormai una delle condizioni prioritarie non solo per ottenere risultati in termini di produzione, ma anche per accedere ai premi comunitari.

Le razze più vulnerabili

In Italia, dove nel 2023 sono stati allevati circa 2,3 milioni di bovini da ingrasso, l’allarme riguarda da vicino un settore concentrato per l’80% nelle regioni del nord (Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna) ma che tocca anche una razza bandiera della nostra regione, la Marchigiana.

L’ipertrofia muscolare

Il rapporto EFSA, infatti, evidenzia come ambienti non adeguati e poco stimolanti impediscano agli animali di manifestare comportamenti naturali, generando stress e ripercussioni sulla salute. Fra gli aspetti critici valutati soprattutto l’ipertrofia muscolare di alcune razze bovine che di questa caratteristica ne ha no fatto un vanto. Fra queste la Blu Belga, la spagnola Asturiana de los Valle, la Piemontese famosa per la “doppia coscia” (posteriore molto sviluppato) e la Marchigiana, appunto.

Il vantaggio dello sviluppo muscolare selezionato in questi animali (più carne e migliore qualità), secondo lo studio, sarebbe abbinato ad una maggiore frequenza di parti difficoltosi e maggiori complicazioni alla nascita, oltre a successivi disturbi muscolari e lesioni agli apparati locomotori e ossei. Inoltre, tali razze con muscolatura ipertrofica sarebbero anche più suscettibili allo stress non offrendo, dunque, sufficienti garanzie per il benessere di vacche e vitelli che andrebbero migliorate con selezioni mirate. Si tratterebbe dunque, di invertire la selezione fino ad ora fatta da molti allevatori italiani e marchigiani.

Lo svezzamento dei vitelli

Un’altra criticità emersa è il metodo di svezzamento dei vitelli, spesso troppo brusco, secondo quanto riportato nel report. L’EFSA suggerisce un approccio graduale, utilizzando anelli per il naso e recinti separati, e raccomanda di non svezzare i vitelli prima del sesto mese di vita, quando sono pronti a livello nutrizionale.

Le corna

Ulteriore punto cruciale riguarda la decornazione, una pratica diffusa negli allevamenti. Le corna, spiega il rapporto, sono fondamentali per la gerarchizzazione della mandria, un comportamento sociale essenziale. Tuttavia, esiste anche un’altra faccia della medaglia: le corna possono essere fonte di lesioni gravi durante le competizioni tra gli animali. Per questo motivo, gli allevatori intervengono spesso sui vitelli per bloccarne la crescita, affrontando costi e tempo per prevenire incidenti. Questo scenario crea un vero e proprio dilemma, con due obiettivi di benessere che sembrano in netto disaccordo tra loro.

Infine, il rapporto propone un metodo per monitorare il benessere degli animali: la valutazione dello stress dovrebbe avvenire direttamente nei macelli, analizzando lesioni (polmonari e cutanee) e livelli di grasso sulla carcassa.

Il parere dell’EFSA rappresenta un monito per l’intero settore, ponendo l’accento sulla necessità di rivedere e migliorare le pratiche di allevamento per garantire un maggiore benessere animale. Condizione che, al netto di alcune valutazioni circa le ripercussioni che una tale scelta potrebbe avere su alcune tradizioni e peculiarità dei nostri allevamenti locali, dovrebbe far riflettere molto su alcune scelte che hanno costituito la base della selezione zootecnica degli ultimi decenni.

Tags: bovini, in evidenza, razze, zootecnia

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