Colza, funziona la deroga al disciplinare di lotta integrata: ottimi raccolti

Produzioni sopra i 30 quintali ad ettaro. Pettinari (Confagricoltura): "Bene il confronto con gli enti regionali preposti"
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

Il colza, è cosa nota, rientra fra quelle colture estremamente particolari che richiedono non solo una stagione decisamente favorevole, ma anche una tecnica agronomica ben specifica. Pur non essendo una coltivazione tipica delle nostre zone, però, ha raggiunto (o meglio aveva raggiunto) comunque una discreta diffusione a livello regionale.

Complice la necessità di trovare un’alternativa alla classica rotazione grano/girasole, necessaria anche ai fini del rispetto degli obblighi della nuova Pac, sono state molte le aziende ad aver inserito il colza fra le colture da seminare sui propri terreni. Ciclo che, però, ha visto negli ultimi due anni un brusco calo dovuto non solo all’andamento climatico incerto, ma soprattutto alle nuove prescrizioni normative che hanno impedito l’uso di principi attivi, ed agrofarmaci, indispensabili per garantire una produzione discreta.

Un calo di oltre il 50% delle semine nella stagione appena conclusa che potrebbe, però, vedere un’inversione di tendenza anche grazie alle recenti aperture effettuate dagli enti regionali preposti. Si è appena conclusa, infatti, la campagna di trebbiatura di questa pianta con esiti globalmente soddisfacenti, soprattutto in considerazione del particolare andamento climatico primaverile. Risultati buoni dovuti innanzi tutto alla deroga al disciplinare di lotta integrata concessa dall’Amap, fortemente richiesta anche da Confagricoltura Macerata, lo scorso aprile.

Visto l’andamento meteo fatto di frequenti precipitazioni e di temperature non particolarmente basse è stato possibile effettuare sul colza un trattamento fungicida con Azoxystrobin più Difeconazolo e Protioconazolo per il controllo delle malattie fungine. Una “concessione” fondamentale per mettere in sicurezza la coltura e garantire una buona produzione.

Particolarmente soddisfatto Andrea Pettinari, tecnico ed imprenditore agricolo nonché presidente di Confagricoltura Macerata: “Diverse aziende hanno raggiunto ottimi risultati produttivi approfittando di questa deroga con un trattamento a fine fioritura che si è rivelato determinante. Questo si è potuto facilmente riscontrare confrontando le piante di colza trattate con quelle non trattate lasciate come testimoni. In questi casi è stato evidente il forte danneggiamento, soprattutto da alternaria cilindrosporiosi e sclerotinia e da parassiti conseguenti, che le piante non protette hanno avuto”.

Numerosi sono gli esempi di aziende che, grazie ad un attento uso dei giusti principi attivi permesso da questa deroga, sono riuscite a mettere in sicurezza il proprio colza con medie che hanno agevolmente superato i 30 quintali ettaro.

Un esempio virtuoso anche di collaborazione fra i vari livelli della filiera, non a caso lo stesso Pettinari aggiunge: “Le aziende agricole devono essere attente a coltivare nel miglior modo possibile mentre sta alle organizzazioni farsi portavoce, in modo tempestivo, con gli enti preposti dei problemi tecnici riscontrati. Questo è stato un caso in cui, un rapporto di tal genere, ha funzionato bene dando frutti sperati. Un uso degli agrofarmaci attento e ben ponderato, come i nostri imprenditori agricoli hanno ormai imparato ad attuare, è uno dei pochi strumenti che, oggi, possono ancora mettere in salvo le produzioni agricole nazionali. In questo, senza ideologia o preconcetti, un confronto continuo fra il mondo produttivo e le autorità preposte al controllo ed alla regolamentazione diventerà sempre più necessario”.

Tags: colza, confagricoltura, in evidenza, lotta intyegrata

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