Dop-Igp, per le Marche un bilancio in larga parte negativo

Risultati negativi dal report annuale Ismea-Qualivita sulle produzioni certificate, pesa il forte calo del settore vinicolo
Economia

Nell’elenco delle tante criticità che “Marche Agricole” aveva evidenziato al nuovo assessore regionale all’agricoltura Enrico Rossi all’atto del suo insediamento, non avevamo inserito quella della piena valorizzazione delle produzioni certificate. A ricordarcelo puntualmente è il nuovo rapporto sulle produzione agroalimentare e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg realizzato da Ismea e Qualivita, dove le Marche escono più o meno con le ossa rotte. Un mercato che a livello nazionale vale oltre 20,7 miliardi di euro, in crescita del 3,5% tra il 2024 3 il 2023 e che vede la nostra regione, insieme al Molise, raccogliere i risultati in assoluto peggiori nel confronto con l’anno precedente.

C’è da premettere che l’impatto delle Marche sul valore della produzione certificata nazionale è estremamente modesto: appena 121 milioni, pari allo 0,5%. Risultati che ci pongono al 14° posto a livello regionale, distanti anni luce da realtà come Veneto, Emilia Romagna e Lombardia che occupano le prime tre posizioni.

Manteniamo pur sempre la stessa posizione del 2023, ma con un risultato economico inferiore di oltre il 10%. Erano infatti 136 i milioni che le 35 produzioni certificate delle Marche avevano garantito nel 2023 con una perdita secca pertanto di 25 milioni.
Ad incidere pesantemente il settore vinicolo che ha il suo importante peso sul fatturato certificato regionale con 21 delle 35 produzioni annoverate: i produttori vinicoli marchigiani, infatti, avevano raggiunto insieme un valore “ex fabrica di vino imbottigliato” pari a 109 milioni nel 2023, valore che è sceso a 93 milioni nel 2024, con un vistoso calo del 14,2%. Un crollo in percentuale che non trova riscontri a livello nazionale, eccezion fatta per il piccolo Molise.

Va meglio per le produzioni certificate legate al cibo, che sono 14, di cui 6 Dop (Casciotta d’Urbino, Prosciutto di Carpegna, Salamini italiani alla cacciatora, Olio extravergine di oliva Cartoceto, Oliva Ascolana del Piceno e Formaggio di fossa di Sogliano) e 8 Igp. In questo caso il valore è stato di 28 milioni, uno in più rispetto al 2023 (e dunque con un incremento del 3,5%) ma con una posizione nella classifica nazionale che la vede 17^ per questo settore, davanti solo ad Abruzzo, Basilicata e Molise.

L’andamento provinciale – Trainata dal Verdicchio dei Castelli di Jesi è Ancona tra le province marchigiane a registrare il valore economico più alto dalle produzioni certificate con 52 milioni, seguita da Macerata (23 milioni), Ascoli Piceno e Fermo (20 milioni) e Pesaro-Urbino (16 milioni).

Oltre a quella del vino, che come detto è la filiera predominante per le produzioni certificate regionali incidendo per il 77% dei volumi economici, le altre filiere che presentano numeri degni di nota sono quelle della produzione a base di carne per un valore del 12%, delle carni fresche per l’8% e dei formaggi per il 2%.

Gli operatori complessivi che nelle Marche lavorano nel settore delle produzioni agroalimentari certificate sono 2.44.

Tags: Dop, Igp, in evidenza, Marche agricoltura, produzioni certificate

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