Dopo la violenta grandinata, si contano i danni

L'area sud dell'Anconetano - tra cui Osimo e Castelfidardo - tra le più colpite: settore agricolo in ginocchio
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

Passata la tempesta è il momento della conta dei danni. I violenti temporali, con relative grandinate, che si sono abbattuti sulla provincia di Ancona la scorsa domenica, infatti, hanno lasciato non poche ferite sul territorio.

I danni della grandine alle orticole

Oltre ad alberi abbattuti, linee elettriche divelte e strade interrotte (soprattutto nei comuni di Osimo e Castelfidardo), ad aver avuto la peggio è stato principalmente il settore agricolo. La fortissima grandinata che ha interessato un’ampia area a sud di Ancona non solo ha danneggiato fienili e rimesse per gli attrezzi ma ha lasciato poco scampo a molte fra le colture ancora in campo: mais, girasoli ma soprattutto vigneti ed orticole.

I grappoli quasi pronti alla maturazione, purtroppo, sono stati in molti casi letteralmente “divelti” dalla furia del maltempo provocando danni ingenti ad un comparto già costretto ad affrontare molte altre criticità (Dazi Usa in primis).

Carlo Garofoli

A tal proposito Carlo Garofoli, titolare dell’omonima Casa Vinicola tra le più importanti della regione, sottolinea: “I danni sono stati importanti, soprattutto nella fascia che va da Osimo alla costa adriatica, area di produzione del Rosso Conero. Al momento stimiamo una perdita di circa il 30/35% della produzione. Molto, però, dipenderà anche dall’andamento climatico delle prossime settimane durante le quali il danno potrebbe aumentare od essere, magari in parte, ridimensionato.”

Situazione ancora più drastica quella osservata da Antonio Terni, viticoltore e proprietario della Fattoria le Terrazze, nel cuore della Riviera del Conero che riporta in alcuni impianti “un calo di produzione che potrà toccare anche l’80% con l’uva seriamente danneggiata a causa della pesantissima e violenta grandinata che si è abbattuta su Numana”.

Eventi atmosferici disastrosi che non hanno lasciato indenne anche un altro settore, forse meno menzionato nella nostra regione ma ad altissimo valore aggiunto, quello ortofrutticolo.

Elena Spinsanti

Testimonianza della gravità della situazione la porta Elena Spinsanti, agronomo titolare dell’omonima azienda agricola nel cuore della Val Musone dove coltiva verdure destinate alla vendita diretta, su circa 11 ettari di terreno. “A portare distruzione più che la dimensione dei chicchi di grandine è stata la violenza con la quale si sono abbattuti sui nostri terreni, a causa del forte vento” riporta la Spinsanti che aggiunge: “Questo è un momento centrale per la raccolta di molti dei nostri prodotti,ma sono stati irrimediabilmente danneggiati. Parliamo di oltre 100 q.li di pomodori da mensa, destinati alle conserve, zucchine, peperoni ma anche verdure a foglie larghe come lattughe e insalate varie o zucche, che avremmo dovuto raccogliere a settembre ma che sono ormai irrimediabilmente rovinate.”

Peperoni bucati dalla grandine

Una distribuzione circoscritta solo ad alcune aree dell’anconetano, ma che ha lasciato segni profondi manifestandosi con una violenza, certamente non comune. Ulteriore elemento da sottolineare anche l’estrema difficoltà che, negli ultimi anni, molte aziende agricole stanno riscontrando nel farsi assicurare contro certe calamità naturali. Sono pochi, infatti, gli istituti disponibili a rilasciare polizze che tutelano da questi danneggiamenti, determinano ulteriori difficoltà e sconforto per gli operatori del settore.

Tags: danni agricoltura, grandine, in evidenza

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