Niente pioggia da mesi, quadro critico per le semine del grano

Crollo delle precipitazioni nelle Marche con terreni secchi difficili da lavorare e con gestione più complessa delle infestanti
Economia
di Alberto Maria Alessandrini

È un autunno, quello in corso nella nostra regione, contraddistinto da una marcata carenza di piogge. Da settembre a ottobre, infatti, le Marche hanno registrato un deficit pluviometrico del 44%, secondo i dati del Servizio Agrometeo Amap. Ottobre, nonostante un clima complessivamente fresco (temperatura media regionale 14°C, mezzo grado sotto la norma 1991-2020), si è chiuso con soli 45 mm di pioggia, ben 35 mm in meno del normale. Settembre aveva mostrato lo stesso andamento, con un ammanco di 37 mm. Anche l’inizio di novembre – tradizionalmente il mese più piovoso dell’anno nelle Marche – non fa sperare: nei primi giorni sono caduti appena 3,7 mm, contro una media climatologica di 110 mm.

Tale mancanza di precipitazioni, unita a un 2025 che resta termicamente più caldo della media (+0,9°C da inizio anno), sta quindi accentuando una situazione di siccità che ormai dura da mesi: negli ultimi 12 mesi mancano all’appello circa 100 mm di pioggia rispetto alla serie storica.

La scarsità d’acqua, però, non è solo un dato statistico, ma un problema immediato per gli agricoltori impegnati nella semina autunnale dei cereali. Come spiega Stefano Biagetti, tecnico del Consorzio Agrario di Ancona, le condizioni dei suoli sono tutt’altro che favorevoli: «I terreni sono secchi e gli agricoltori stanno riscontrando difficoltà nel garantire una adeguata preparazione degli stessi. Qualcuno ha iniziato a seminare, ma operare su un terreno eccessivamente siccitoso può portare a delle ripercussioni.»

Il principale rischio riguarda la futura nascita disforme del grano. L’assenza di piogge determina zone del campo più umide e altre completamente asciutte, con il risultato di uno sviluppo “a macchia di leopardo”: piante più avanti dove c’è un minimo di umidità residua e piante in ritardo o mancanti nelle porzioni più aride.

“La soluzione ideale sarebbe attendere le prime piogge – continua Biagetti – per garantire una buona lavorabilità del terreno e un germinato omogeneo. Tuttavia, non sempre è possibile rimandare: ritardare eccessivamente la semina può compromettere tutto il ciclo colturale, specialmente nelle aree interne e più fredde così come realtà con grandi superfici da coltivare devono anche scontrarsi con il fattore tempo”.

La siccità sta inoltre alterando il normale ciclo vegetativo delle infestanti autunnali, che in condizioni più umide sarebbero già attive. A tal proposito, secondo il tecnico del Consorzio Agrario «Le infestanti sono ancora sopite proprio a causa della siccità. Nel momento in cui ricomincerà a piovere, ripartiranno insieme al grano, costringendo ad interventi più costosi per il loro controllo e meno efficaci.»

La combinazione tra suoli duri e asciutti, rischio di emergenze irregolari e gestione più complessa delle infestanti rappresenta un quadro critico per le semine di quest’anno (al quale aggiungere anche il fattore insetti). Con le previsioni che indicano ancora diversi giorni di stabilità e poche possibilità di pioggia significativa, molti produttori saranno a scegliere tra: l’anticipare le semine su terreni non ottimali, accettando i rischi di disomogeneità oppure posticiparle attendendo condizioni migliori, con il rischio di andare troppo tardi rispetto al periodo ideale.

In entrambi i casi, la situazione mostra come la variabilità climatica e la presenza di periodi prolungati di siccità stiano diventando elementi strutturali con cui anche l’agricoltura marchigiana deve fare i conti.

Tags: Grano, in evidenza, pioggia, semina, semina grano

Suggeriti

Grano duro, raddoppiano le risorse per i contratti di filiera

Da leggere