A Massignano, borgo arroccato tra le colline del Piceno a pochi chilometri dall’ Adriatico, la biodiversità agricola si esprime attraverso varietà storiche che raccontano l’identità del territorio. Tra queste spiccano il porro, il meloncino e l’anguria di Massignano, ma il nome del borgo identifica anche una varietà locale di legume. Si tratta della taccola di Massignano, un pisello mangiatutto (in quanto si mangia con l’intero baccello) presente dai primi del Novecento, che ha nutrito intere generazioni e rappresentato una fonte di reddito per le famiglie locali fino agli anni Ottanta.
“La taccola dava nutrimento e reddito – racconta Enzo Malavolta, dell’Az. Agricola Malavolta e custode della varietà –. Veniva esportata fino al Nord Europa e faceva star bene chi la coltivava e chi la consumava. Noi continuiamo a mantenerla viva, insieme ad altre varietà storiche come porro, meloncino e anguria, perché custodire queste sementi significa preservare la nostra identità”.
Dalle Marche in treno fino in Europa

La taccola è stata coltivata per decenni nelle terre collinari tra Massignano, Montefiore dell’Aso, Campofilone, Altidona e Lapedona, aree caratterizzate da terreni freschi, profondi e ben drenati. Grazie alla qualità superiore dei semi e alla croccantezza dei baccelli, questo pisello mangiatutto conquistò i mercati interni di Torino e Milano e perfino Svizzera e Germania.
“La semina avveniva tradizionalmente a novembre, la settimana prima di San Martino, come insegnavano gli anziani – ricorda Malavolta -. Questo rito segnava l’inizio del ciclo colturale e garantiva una produzione equilibrata per la primavera successiva”.
Caratteristiche agronomiche e coltivazione
La taccola è una pianta annuale glabra, a sviluppo indeterminato, con stelo sottile e gracile che necessita di tutoraggio. Le foglie sono pennate-composte, con 2-4 paia di foglioline grandi e cirri terminali ramificati. I fiori, ermafroditi e di colore rosso-violetto, producono baccelli lisci e piatti, ciascuno contenente mediamente 6-8 semi.
Il pisello mangiatutto ha una radice fittonante che si sviluppa fino a 80 cm, garantendo nutrimento e stabilità. Predilige terreni sciolti, caldi, ben areati, con moderato contenuto di calce e pH tra 6,5 e 7,5. È sensibile ai ristagni idrici e alle temperature estreme: troppo freddo o troppo caldo compromette lo sviluppo dei baccelli, rendendoli fibrosi e poco commerciabili.
Gusto e utilizzo in cucina
Il sapore della taccola di Massignano, è dolce, aromatico e croccante, grazie anche all’elevato contenuto in terpeni. Tradizionalmente, i baccelli vengono consumati freschi o leggermente cotti: lessati in acqua salata e poi passati in padella con un filo di burro, oppure uniti a sughi di pomodoro. “È un pisello, un legume, e per tradizione si cuoce con i pomodori rossi – aggiunge Malavolta –. Il gusto eccellente dipende anche dal tempo che intercorre tra raccolta e consumo: più fresco è, migliore sarà il sapore”.
La coltivazione ancora oggi di questo legume garantisce la conservazione del germoplasma e la continuità di una varietà che ha accompagnato intere generazioni. “Coltivare queste varietà significa mantenere viva la storia del territorio – conclude Malavolta -. Non è solo agricoltura, è identità, memoria e biodiversità. La taccola, come il porro, il meloncino e l’anguria, coltivati oggi nei 12 ettari di terreno dell’Azienda, raccontano chi siamo e da dove veniamo”.








