Trapianti delle insalate favoriti dal clima mite, ma ritardati dalle piogge di stagione. I coltivatori lanciano l’allarme sui bilanci: «Costi in aumento e margini sempre più stretti».
La stagione dei trapianti delle insalate tarda a procedere, infatti, con ritmi poco soddisfacenti: se da una parte il clima ben diverso da quello degli ultimi anni – dove la siccità aveva fatto da padrona- aiuta l’attecchimento delle giovani piantine, dall’altra le piogge ne stanno ritardando la messa a dimora. E dietro a questo quadro agronomico, positivo da una parte e poco allineato dall’altra, si nasconde un malessere economico che ormai da tempo continua a preoccupare gli imprenditori del settore. Lo spiegano Moreno Castagna e Matteo Porfiri, titolari dell’azienda agricola Hortus Trade di Corridonia, specializzata nella coltivazione di radicchio, indivie, cicoria pan di zucchero, brassiche (cavolfiore, cavolo cappuccio, cavolo verza) e finocchio.

«Dal punto di vista agronomico – spiega Castagna – quest’anno l’annata si presenta favorevole perché le condizioni climatiche sono ottimali: con la pioggia non ci sono problemi di disponibilità idriche. Sono state favorite le operazioni in campo e garantito un buon attecchimento delle piantine: condizioni ideali per lo sviluppo iniziale delle colture».
Così, se da questo punto di vista si può ben sperare, resta la preoccupazione sul piano economico. Tema su cui gli agricoltori lanciano l’allarme da tempo: «Purtroppo – dice Porfiri – a essere sfavorevole è la condizione economica che riguarda il bilancio tra spese e introiti. Le spese aumentano per via soprattutto dell’aumento dei mezzi tecnici, ma noi non abbiamo la giusta remunerazione sul prodotto consegnato e finito».

La Hortus Trade è una delle aziende più grandi della regione e, nel suo lavoro, arriva fino a un certo punto della filiera: «Forniamo ortaggi in pieno campo alla filiera della quarta gamma per il 90% – spiega Castagna –, mentre per la parte restante alla filiera del mercato fresco. Non vediamo direttamente, ma facciamo forniture».
Tutta l’attività si fonda su due principi essenziali: la riduzione dei residui e l’innovazione tecnologia. Dalla fusione di esperienza, progresso e ricerca negli anni, l’azienda ha raggiunto un ottimo livello di applicazione degli strumenti di precision farming, diventando leader territoriali del settore. La società opera in un bacino territoriale prevalentemente situato nelle Marche sulla vallata del Chienti. «Il basso bacino del Chienti – spiega Porfiri – nella zona di Morrovalle, Corridonia, Montecosaro e Civitanova è la più vocata dal punto di vista della coltivazione di ortaggi a raccolta invernale. Le colture trapiantate da oggi fino a metà settembre andranno in raccolta dai primi di novembre fino a fine febbraio e inizio marzo. In questo periodo il nostro prodotto è molto apprezzato in tutta Italia, perché e garanzia di approvvigionamento in un momento dove in tutto lo Stivale è difficile reperire materia prima. Per fare un esempio, il radicchio che si produce nel Maceratese, è in gran parte quello che si trova nei supermercati di tutta Italia tra dicembre e febbraio».
Castagna tiene poi a sottolineare come l’azienda coltivi prodotti di qualità: «non solo dal punto di vista agronomico, ma anche della tracciabilità e sostenibilità ambientale. Siamo certificati con i più alti standard qualitativi e utilizziamo droni, immagini satellitari e sensori terrestri per monitorare lo stato di salute delle coltivazioni e programmare interventi di agronomici mirati e senza sprechi».