Pioggia salva-raccolto per il girasole, seconda coltura della regione dopo il grano duro. Le precipitazioni di ieri e di questa notte sono state accolte come vera manna dal cielo dalle aziende agricole, dato che – secondo gli esperti – potrebbero risultare davvero decisive per avere una produzione finale di quantità e di qualità. È ancora presto per fare previsioni, ma dopo la forte ondata di calore che si era registrata nei giorni scorsi, le piogge e le temperature meno critiche hanno certamente riportato il barometro all’ottimismo.

“Pioggia estremamente positiva per le semine tardive, nei terreni dove ancora i girasoli non sono in fiore, perché questa acqua favorisce nel migliore dei modi l’allegagione” sottolinea Andrea Pettinari, presidente di Confagricoltura Macerata che aggiunge: “Ma anche dove la fioritura è in corso le piogge sono state davvero importanti perché aiuteranno il riempimento degli acheni, vale a dire i semi”.
Resta il rammarico di una semina ancora più ridotta rispetto agli altri anni, fatto questo che incide sia negli aspetti produttivi che in quelli paesaggistici. Le Marche, come noto, sono la prima regione che produce girasole e lo splendido paesaggio colorato di arancione che il mese di luglio regala alla nostra regione ha un valore che non è mai stato tenuto nella debita considerazione da chi di dovere.
Le difficoltà che le imprese agricole hanno trovato sul proprio cammino – clima, prezzi, ungulati, burocrazia, disposizioni penalizzanti – hanno infatti visto questa coltura perdere progressivamente terreno: erano oltre 40 mila gli ettari qualche anno fa, sono scesi a 37 mila nel 2023, 35 mila nel 2024 e, secondo stime prudenziali, quest’anno si farà i conti con una ulteriore discesa del 15%. Del resto basta girare per le Marche per rendersi conto che di campi di girasole ce ne sono sempre meno. Un vero peccato!