È un nuovo, insolito, adempimento per i detentori di animali “inusuali” quello in arrivo dal 1 Gennaio 2026. Tutti i possessori di animali esotici e/o selvatici da compagnia, infatti, dovranno obbligatoriamente effettuare un corso di formazione per poter continuare a detenere regolarmente i propri animali.
Questi corsi varieranno in base alla tipologia dell’animale detenuto, a seconda della finalità della loro detenzione (compagnia, allevamento, ecc…) ed avranno validità 5 anni. La formazione sarà obbligatoria anche per gli operatori del settore e per i trasportatori di animali, corsi che si aggiungeranno a quelli già previsti ed obbligatori (benessere animale, norme di conduzione, etc.).
La formazione, ed i relativi oneri, saranno a carico dei destinatari e vorrebbe puntare ad aumentare le conoscenze necessarie a tutelare il benessere, la biosicurezza e la salute animale riferita a tutte le specie detenute o trasportate.
Esentati, almeno per il momento, gli agricoltori titolari di allevamenti mentre tale decreto si rivolgerà:
– ai proprietari e ai detentori di animali da compagnia appartenenti a specie selvatiche ed esotiche così come previste dalla legge: a. invertebrati (eccetto api, molluschi e crostacei); animali acquatici ornamentali, anfibi, rettili, volatili: esemplari di specie avicole diverse da polli, tacchini, faraone, oche, anatre, quaglie, piccioni, fagiani, pernici e ratiti (struzzi); mammiferi: roditori e conigli diversi da quelli destinati alla produzione alimentare;
– agli operatori e ai trasportatori che detengono o trasportano animali appartenenti a specie selvatiche ed esotiche i cui stabilimenti o attività sono soggetti all’obbligo di identificazione e registrazione;
– agli operatori e ai trasportatori che detengono o trasportano anche animali selvatici ed esotici. Tali operatori devono integrare la formazione con i contenuti oggetto dei moduli di cui al manuale operativo allegato per acquisire le conoscenze necessarie a tutelare il benessere, la biosicurezza e la salute animale riferita a tutte le specie detenute o trasportate.
Il decreto sembra quindi “graziare” il settore agricolo anche se, nella realtà, saranno non pochi i casi in cui i titolari di aziende agricole saranno costretti ad ottemperare a tali obblighi formativi. Il riferimento è ai gestori di fattorie didattiche dove, molto spesso, al fianco dei più classici animali da fattoria sono anche presenti trampolieri, rapaci, porcellini d’India, tartarughe, testuggini… tutti esemplerai la cui detenzione è perfettamente lecita anche se non si ratta di specie prettamente “agricole” nel senso più canonico del termine.
Niente di così oneroso, se rapportato ai molteplici e ben più complessi oneri che ogni giorno chi fa impresa in Italia è costretto ad ottemperare, ma comunque un obbligo della cui utilità si potrebbe dibattere molto.
In un paese, l’Italia, in cui ogni anno si verificano circa 70.000 (diconsi settantamila) aggressioni da parte dei cani all’uomo siamo proprio sicuri che l’urgenza fosse quella di far fare dei corsi ai proprietari di un coniglietto nano?!