Lunedì scorso, prima uscita pubblica di Giampaolo Cocconi, nominato dal Ministero per la liquidazione coatta amministrativa della cooperativa “Terre Cortesi Moncaro”. Un momento importante per una realtà in crisi, si prepara a un rilancio e a una trasformazione che coinvolgerà l’intera regione marchigiana. Non più una “Moncaro”, ma più realtà, almeno due: una a Nord e una Sud del Conero con un corpo (produttori e conferitori) nel territorio e una “testa” in grado di valorizzare il prodotto marchigiano con una visione commerciale più ampia, internazionale.

Durante l’incontro, Cocconi ha tracciato un quadro della situazione attuale, evidenziando come il progetto non sia più legato a una semplice sopravvivenza, ma alla costruzione di un presente sostenibile e di un futuro ambizioso. Alla discussione ha partecipato anche Fausta Bergamotto, sottosegretaria al Mimit con delega alle crisi industriali, che ha confermato il forte interesse del Governo, e in particolare del Ministro Adolfo Urso, nel sostenere questa realtà vitivinicola strategica per le Marche e per l’Italia, con ogni mezzo disponibile.
Il commissario ha illustrato le misure adottate per il risanamento della cooperativa: tutela dei marchi all’estero e in Italia, recupero di liquidità per l’attività ordinaria (compresi conferimenti e anticipi per le vendemmie future) e il recupero di terreni vitivinicoli. Sono stati messi a frutto 65 ettari di vigneti di proprietà e 10 di Moderna, contribuendo anche alla nascita della cooperativa “Uve Unite”, oggi composta da 75 soci, e della “Rete Imprese Marche”. Un investimento finalizzato a rafforzare la filiera e a sostenere le produzioni di qualità.
Sul fronte finanziario, Cocconi ha annunciato la possibilità di cedere beni non strategici per circa 13 milioni di euro e ha già compensato un debito di 9 milioni con l’Agenzia delle Entrate, versando 70mila euro. Questa operazione di liquidità apre anche alla prospettiva di rimborsi parziali ai soci, che hanno versato 1,4 milioni di euro di prestiti sociali.
Tuttavia, la situazione patrimoniale resta critica: il passivo, che inizialmente ammontava a 38,6 milioni di euro, ha superato ora gli 60 milioni. Sul tavolo ci sono richieste di autorizzazione per avviare azioni di responsabilità contro i membri del cda, il collegio sindacale e la società di revisione, con un fascicolo aperto anche dalla Procura di Ancona per eventuali profili penali.

Dal punto di vista strategico, Cocconi ha evidenziato l’incapacità di sviluppare una politica commerciale remunerativa, rimarcando l’importanza di trovare partner imprenditoriali per completare la filiera produttiva. Sono già arrivate due manifestazioni di interesse per l’acquisto delle cantine di Montecarotto e Acquaviva Picena, con offerte che si prevedono entro sei mesi e saranno messe poi a gara pubblica.
«Il quadro – secondo il presidente di Imt Michele Bernetti – si sta ora chiarendo e si sottolinea la necessità di un piano industriale su misura, capace di valorizzare il carattere distintivo di Moncaro senza danneggiare il mercato vitivinicolo regionale. La gestione attuale dovrà concentrarsi su un progetto dedicato a specifici prodotti di qualità, con l’obiettivo di rilanciare e valorizzare uno dei simboli del made in Marche».
Intanto, Ilaria Ippoliti, attuale manager commerciale della cooperativa, lavora su basi che facilitino questa ripartenza, confidando in una nuova fase di sviluppo che possa riposizionare Moncaro nel panorama nazionale e internazionale.