Buon lavoro assessore Rossi, ora l’agricoltura torni protagonista

La scelta del presidente Acquaroli, con una delega dedicata, restituisce piena dignità al settore primario. Tante sfide da cogliere per il futuro
Politica
di Francesco Cherubini

Caro assessore regionale Enrico Rossi,
Marche Agricole le formula i migliori auguri di buon lavoro per l’incarico che gli è stato assegnato dal presidente Francesco Acquaroli. Quest’ultimo va ringraziato, perché ha finalmente sdoganato l’agricoltura, assegnandole pieno valore rispetto al passato, perfettamente in linea con le scelte del governo nazionale. Un segnale di attenzione importante, il riconoscimento che il settore primario è una delle leve economiche, ma anche sociali, ambientali e se vogliamo culturali della nostra regione.

Ecco perché, caro assessore Rossi, gli auguri stavolta sono doppi. Gli è stata assegnata non solo una delega, ma una responsabilità precisa. Quella di rilanciare l’agricoltura marchigiana che, diciamocelo francamente, negli ultimi anni è stata un po’ la cenerentola di un assessorato che aveva in sé troppe deleghe per poter ricevere l’attenzione che avrebbe meritato. Lo interpretiamo come un importante cambio di paradigma nell’architettura amministrativa della Regione.

La nuova Giunta regionale delle Marche

L’agricoltura e l’agroalimentare non possono trovare attenzione solo esclusivamente per la redistribuzione dei fondi del Complemento di Sviluppo Rurale che vengono girati dall’Unione europea. Non ci si può limitare ad essere semplici passacarte. C’è da compiere uno scatto in avanti. Innanzitutto sburocratizzando un apparato che, come confermato pubblicamente dallo stesso Acquaroli, è figlio di un’epoca ormai passata. Benché sia sacrosanto il disposto legislativo che alla politica spettano gli indirizzi di governo e agli uffici la loro traduzione in atti amministrativi conseguenti, è apparso fin troppo evidente come spesso gli indirizzi siano stati dettati dagli uffici, con la politica semplice spettatrice.

Avere un assessore che a tempo pieno si occupi di politiche agricole, viceversa, manda un messaggio ben chiaro a tutti. Sia all’interno di Palazzo Raffaello sia tra le associazioni di categoria, tra le organizzazioni professionali e sindacali. Con le quali, tutte, costruire un rapporto paritetico, senza subire pressioni da collarini e cappellini vari, ma pensando veramente a quello che le Marche rappresentano in questo settore.

C’è da rilanciare la filiera del grano duro, coltura centrale della regione; c’è da valorizzare il girasole, che vede le Marche leader in Italia con l’ulteriore valenza paesaggistica; c’è da prendere seriamente in mano la questione zootecnica, sia per la produzione da carne che per quella lattiero-casearia; c’è da capire come ridare slancio al settore vitivinicolo, come far intraprendere passi concreti a quello olivicolo-oleario; senza dimenticare gli altri asset forti regionali: la quarta gamma con le orticole, i frutteti, il settore vivaistico-floreale, quello forestale, l’apicoltura. Lasciando perdere colture improbabili che inseguono la moda, ma semmai rilanciarne altre oggi minori come il collza o la barbabietola. C’è insomma da avere una visione unitaria, che tenga insieme tanti elementi.

Il tutto agevolando gli strumenti di sostegno pubblico – con meno burocrazia e più risposte puntuali e pertinenti – a partire da quello degli investimenti, in uno scenario in cui, come ricordato da MarcheAgricole, la nuova Pac sarà fortemente penalizzante per la nostra regione.

Agricoltura centrale, insomma. In stretta sinergia con il collega di Giunta a cui è stata assegnata la delega all’ambiente, perché agricoltura e ambiente marciano di pari passo, specialmente come elementi di presidio dei territori, in una regione dove veramente il settore primario può rappresentare, se ben gestito, anche il migliore strumento contro lo spopolamento dei borghi, contro il dissesto idrogeologico, contro l’abbandono.
Che dire: assessore Rossi, confidiamo in lei! Buon lavoro!

Tags: assessore Rossi, in evidenza, Regione Marhce

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