La vendemmia 2025 nella regione è ufficialmente iniziata. Nelle campagne si respira ottimismo sulla qualità delle uve, definita eccellente dalla maggior parte dei produttori, mentre le quantità si mantengono mediamente in linea con lo scorso anno, con qualche incremento nelle zone risparmiate dalla grandine. Tuttavia, alle buone prospettive agronomiche si contrappongono le difficoltà del mercato: calo dei consumi, rincari, giacenze nelle cantine e prezzi delle uve ancora incerti.
Quantità sufficienti, ma prezzi bassi
Secondo Stefano Biagetti, tecnico del Consorzio Agrario di Ancona, quest’anno la produzione complessiva dovrebbe superare quella del 2024, grazie alle abbondanti piogge che hanno contribuito a una maggiore pezzatura dei grappoli.
“Le rese saranno probabilmente superiori – spiega – ma la qualità definitiva dipenderà da come si evolveranno le prossime settimane e dal comportamento della botrite”.
Dal punto di vista fitosanitario – commenta -, peronospora e oidio ci hanno dato qualche problema, ma i produttori sono stati più attenti rispetto agli anni passati e hanno saputo gestirli. Abbiamo avuto tre ondate di tignola, l’ultima particolarmente aggressiva, e in alcune vigne si registra la presenza di black rot”.
Il vero nodo – conclude – riguarda i prezzi: le cantine fanno fatica a vendere il vino e di conseguenza sono più caute nell’acquisto delle uve”
IMT: “Il problema sarà vendere vino”

Secondo l’Istituto Marchigiano Tutela Vini, la vendemmia delle uve precoci è iniziata nei tempi corretti e la qualità appare eccellente. «Veniamo da due annate molto avare, quest’anno la quantità non è tantissima ma è sufficiente. Alcune vigne hanno grappoli ricchi di mosto, cosa molto positiva», spiega Federico Castellucci, presidente di Confagricoltura Marche e consigliere di IMT . Anche in questo caso, però, le difficoltà non mancano: «I dazi e la riduzione dei consumi rendono il mercato complicato. Gli Stati Uniti mostrano consumi instabili, la Russia è ai minimi storici, la Cina molto scarso e la Germania in calo. Dobbiamo investire nel far conoscere il prodotto e raccontare che è sano».
La parola ai produttori
Con 33 ettari di vigneti distribuiti nel comune di Cingoli, areale dei Castelli di Jesi e del Rosso Piceno, Ondina de la Feld (Tenuta Tavignano) ha avviato la raccolta il 14 agosto, partendo dalle basi spumante.

“Abbiamo iniziato presto, ma è ormai una tendenza consolidata negli ultimi anni – spiega -. La richiesta del mercato va verso vini con una gradazione alcolica più bassa, quindi servono uve meno zuccherine. Per il Verdicchio, invece, aspettiamo: con le piogge di questi giorni probabilmente cominceremo a settembre. Le vendemmie lunghe fino a ottobre, tipiche della storia di questo territorio, non esistono più”.
Le condizioni fitosanitarie sono state buone, conclude: “poca peronospora e oidio, anche se la grandine di marzo ha colpito in alcune zone, riducendo la produzione. Dove non è arrivata, invece, abbiamo più uva rispetto allo scorso anno”.

Alessandro Moroder – Azienda Agricola Moroder – racconta invece la situazione nella zona del Piceno, dove conduce 30 ettari di vigneti prevalentemente di Montepulciano. “La vendemmia non è ancora iniziata, ma dovrebbe partire intorno al 23 agosto. Si prevede una qualità molto buona”.
“Non abbiamo avuto grossi problemi di malattie – continua – ma la grandine delle ultime settimane ha fatto danni pesanti in alcuni vigneti della zona, con perdite fino all’80%. Per il resto l’annata è stata favorevole, caldo equilibrato da piogge ben distribuite, e i primi test analitici confermano un’ottima prospettiva qualitativa”.
Infine, Gianluca Mirizzi, delle aziende Montecappone e Mirizzi (quest’ultima unica azienda delle Marche ad avere il riconoscimento di Azienda Eroica per la pendenza dei 5 ettari di vigneto del 34%), racconta le proprie previsioni dalle zone di Jesi, Monte Roberto e Staffolo. La vendemmia è appena iniziata e i primi dati confermano rese nella media, ma non eccessive, e qualità ottimale.

“Abbiamo raccolto circa 300 quintali tra Chardonnay e Sauvignon, con un calo del 15% rispetto al 2024 – spiega -. La situazione fitosanitaria è sotto controllo: funghi contenuti e gli insetti sono stati gestiti con le trappole. Grazie alle piogge di inizio agosto la vite e l’uva è ben idratata, quindi siamo ottimisti”.
“Le preoccupazioni arrivano più dal mercato che dai vigneti – conclude -: tra riduzione dei consumi, rincari dei ristoranti e difficoltà distributive, serve investire di più nella promozione del Verdicchio e raccontarlo meglio, soprattutto in Italia e all’estero”.
Come sottolineano gli operatori del settore dunque, la sfida dei prossimi mesi sarà duplice: da un lato portare in cantina vini di eccellente qualità, dall’altro raccontarli e promuoverli nel modo giusto per affrontare un mercato sempre più complesso.