Ancora morti per trattori ribaltati: “Subito la revisione tecnica obbligatoria”

La richiesta di Federacma dopo gli ultimi incidenti con mezzi agricoli costati la vita a tre persone
Attualità

Dalle Marche (a Tolentino) alla Campania (a Cautano) per finire in Toscana (in Valdelsa). Sono le regioni coinvolte negli ultimi incidenti causati da trattori ribaltati costati la vita a tre persone: un uomo di 61 anni ed altri due di 68. Secondo i dati INAIL, in Italia ogni anno più di 100 persone perdono la vita per incidenti con i trattori, e il ribaltamento è la prima causa.

“Si muore per un mezzo non revisionato, per un freno che non funziona, per l’assenza di rollbar o cinture. Non possiamo accettare che un mezzo agricolo diventi un rischio mortale solo perché manca un controllo tecnico, una protezione, una revisione che lo renda sicuro”, ha dichiarato Andrea Borio, presidente di Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni dei rivenditori di macchine agricole, operatrici e da giardinaggio.

Le ultime vittime  erano tutte persone stimate nelle loro comunità, impegnate in piccoli lavori agricoli di routine: la ripulitura di un terreno di famiglia, il taglio dell’erba o l’uscita di strada improvvisa.

Senza revisione tecnica obbligatoria, sostiene Federacma, i mezzi agricoli possono diventare trappole mortali. “La legge che prevede la revisione dei trattori è stata approvata nel 2015, ma da allora è rimasta sulla carta – ha denunciato Borio -. Manca il decreto attuativo, mancano i centri autorizzati, mancano i controlli. E intanto contiamo i morti”.

Per questo Federacma ha chiesto al Governo di adottare immediatamente il decreto attuativo per rendere operativa la revisione obbligatoria dei mezzi agricoli, stanziando le risorse necessarie e coinvolgendo le reti tecniche già disponibili per effettuare i controlli.

“Non basta più parlare di sicurezza – ha concluso Borio –. Bisogna renderla reale, visibile, obbligatoria. Ogni giorno che passa senza agire, un agricoltore, un pensionato, un uomo può morire. La politica ascolti, lo Stato intervenga. Non c’è più tempo”.

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