Saranno a carico della Regione Marche le spese per le ispezioni sanitarie sui prelievi degli ungulati, principalmente i cinghiali, nella stagione venatoria 2025/2026. In bilancio sono state infatti inserite 80 mila euro per far fronte alla quota a carico dei cacciatori. Il provvedimento ha validità dal 1° ottobre scorso ed è destinato a tutte le forme di caccia.
“Tale provvedimento – si legge in una nota della Regione al dirigente del settore prevenzione e sicurezza alimentare – ha lo scopo di non gravare ulteriormente su cacciatori e operatori faunistici”. Viene infatti fatto notare che “una ampia partecipazione di cacciatori ed operatori faunistici autorizzati, sia nelle ordinarie attività di caccia che di controllo faunistico, rappresenta un elemento qualificante per una gestione efficiente del cinghiale anche in chiave di riduzione dei danni che tale specie provoca all’economia regionale”. Saranno gli uffici regionali ora a stabilire i relativi criteri.
La notizia è stata diffusa da un gruppo di associazioni animaliste ed ambientaliste che – pur sottolineando come i cinghiali, essendo animali selvatici, siano spesso affetti da malattie anche pericolose – contestano tale provvedimento, ritenendo che gli 80 mila euro si sarebbero potuti investire per contributi di dispositivi ottici, sonori, olfattivi da destinare agli agricoltori proprio per tenere lontano i cinghiali.