L’assemblea dei soci del Consorzio Agrario di Ancona ha approvato il bilancio 2024 che si chiude con un fatturato di 67,8 milioni di euro. Operando in stretto legame con il settore primario, anche per il Consorzio il 2024 è stato un anno tra i più difficili per il perdurare dell’aumento del costo del denaro e lo strascico degli effetti negativi della precedente campagna cerealicola. In questo contesto, adottando i consueti comportamenti di prudenza ed oculatezza nelle scelte commerciali e di gestione economico finanziaria, il Consorzio è comunque riuscito a garantire tutti i propri servizi a soci e clienti in maniera puntuale. E per i circa 366 soci resta l’orgoglio di rappresentare l’unico Consorzio in ambito regionale a mantenere inalterata la propria autonomia.

Tra le voci di bilancio più importanti, ricorda il Consorzio, vi è quella della commercializzazione dei cereali, in particolare del grano duro il cui ammasso è tornato su livelli soddisfacenti sfiorando le 50 mila tonnellate. Attività questa che ha generato un ricavo di 22,9 milioni, malgrado i prezzi di vendita si siano mantenuti bassi. Quotazioni basse anche per il girasole, nonostante l’ammasso effettuato dal Consorzio sia stato più che soddisfacente.
“Con i contributi comunitari che continuano a diminuire e con una Regione Marche che, attraverso lo Sviluppo Rurale, non è riuscita a sostenere le aziende come avrebbe dovuto – rileva il Consorzio – le imprese agricole hanno necessariamente dovuto contrarre i propri investimenti. In questo caso, i contraccolpi maggiori per il Consorzio si sono registrati nel settore delle macchine agricole, nello specifico per i marchi Case e New Holland” dove tra l’altro, proprio per la crisi del mercato, il management del gruppo CMH a livello nazionale ha cambiato l’impostazione commerciale riunendo per la prima volta questi due marchi sotto un’unica direzione.
“In questo clima di incertezza di mercato e di elevati costi del denaro – si legge nella relazione al bilancio – il Consorzio Agrario di Ancona con attente ed oculate politiche economico-finanziarie ed attingendo a quel ‘fieno’ che in maniera prudenziale aveva messo in cascina in periodi migliori è riuscito a tenere comunque la barra diritta e ben salda”.