Dalla bistecca di cavallo, a quella di cavall…etta!

Si rimetta ordine alla scala dei valori e delle priorità
Economia
di Alessandro Alessandrini

Non so se quello appena passato sarà stato l’ultimo Carnevale, nel senso lettario della parola (carne addio), ma certo non c’è da sorridere. La storia pura è semplice è che lo IARC (Agenzy for Research on Cancer) di Lione, per conto del OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità), stabilisce, in soldoni, quali alimenti siano cancerogeni e quali no, decretando: le carni rosse, soprattutto quelle lavorate, sono cancerogene.
Ora, dopo il rimbalzo mediatico degli organi di stampa, diventa difficile rimettere le cose nel giusto posto. Figuriamoci, tra chi professa l’alimentazione vegetariana come uno stile di vita o quella vegana/biologica come una religione, per non parlare della maggiore sensibilità, dell’opinione pubblica, nei confronti degli animali (che da essere senzienti stanno diventando esseri coscienti…) il passo per arrivare a vietare gli allevamenti zootecnici è veramente breve. Recentemente ci hanno provato con la scusa che i ruminanti producono metano e creano danni all’atmosfera. Ma il danno peggiore, forse, è stato prodotto dalla maggior parte dei commenti di coloro o che volevano smentire la notizia (in fin di bene) o che facevano dei distinguo, magari, con la solita balla del km zero e degli allevamenti intensivi (quando forse è esattamente il contrario), poiché come diceva Andreotti: “…una notizia smentita è una notizia data due volte…”
In effetti tra i pochissimi commenti degni di rilievo va sottolineato quello del farmacologo prof. Silvio Garattini che sul Messaggero, sostanzialmente, scrive che non è la carne, in quanto tale, a produrre effetti negativi, ma eventualmente, il suo uso eccessivo, o come viene lavorata/cotta. Come pure sottolinea che gli studi divulgati si riferiscono a periodi dove le lavorazioni e le conservazioni delle derrate alimentari sono ora superati dalle nuove tecnologie. Inoltre, il tutto va riportato nella giusta proporzione in quanto non è possibile fare, ad esempio, un parallelo con il danno del fumo altrimenti “sarebbe, perciò, ridicolo che un incallito fumatore smettesse di magiare il salame o la mortadella … e ignorasse il rischio molto più alto del tumore del polmone”. Per non parlare del rischio degli incidenti mortali dovuti alla guida dell’automobile, ecc. ecc. Mentre un giusto ritorno alla dieta mediterranea, con carne, frutta e verdura è il modo migliore per una alimentazione corretta.
In tutto questo, però, una bella notizia: finalmente possiamo nutrirci di insetti! Eravamo in ansia che, da Strasburgo, la plenaria del Parlamento Europeo, approvasse l’accordo con il Consiglio per semplificare le procedure che autorizzasse i nuovi alimenti, novel food, come i cibi prodotti in laboratorio e nano-materiali (termine elegante per indicare gli insetti ed altro..), sempre che un’altra Agenzia europea (ma quante sono?) per la sicurezza alimentare dia il via libera.
A questo punto diventa veramente difficile raccapezzarci: da una parte si è contro gli OGM, dall’altra favorevoli alla produzione di alimenti derivati da colture cellulari e tessuti; da una parte si è contro la pecora Dolly dall’altra si è a favore della ricerca genetica sull’uomo al fine di evitare malattie;  da una parte si stabilisce per decreto la dimensione dei piselli e la lunghezza minima delle zucchine comunitarie, dall’altra importiamo olio d’oliva extra comunitario senza assoggettarlo alle nostre regole sanitarie e comunitarie; un bailamme!
L’Italia come Paese fondatore la Comunità Economica, dovrebbe dire, con forza, basta, imponendo che si riparti dal Trattato di Roma stesso, come più volte ribadito, in modo da rimettere in ordine la scala dei valori e delle priorità che passi dall’incremento della produzione agricola attraverso il progresso tecnico assicurando uno sviluppo razionale della produzione stessa, assicurando, al tempo stesso, sia un tenore di vita equo agli agricoltori, sia una sicurezza degli approvvigionamenti con giusti prezzi per i consumatori. Se non faremo questo la deriva dell’instabilità dei prezzi sarà sempre più evidente, la Ue non avrà più significato, e non saremo più in grado di garantire derrate alimentare sicure a prezzi adeguati, a meno che non ci accontenteremo di “fumarci il fieno del cavallo dopo aver mangiato delle crocchette di cavalletta…”

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