Grano duro, l’importanza di utilizzare sementi certificate

Sarà vincolante per avere accesso agli aiuti accoppiati della Pac
Attualità

Per il grano duro – coltura prevalente nella regione Marche – la prossima campagna 2023-2024 sarà la prima in cui l’impiego di seme certificato sarà vincolante per avere accesso agli aiuti accoppiati della Pac. Ed è dunque facilmente immaginabile che la domanda, da parte delle aziende marchigiane, sia maggiore rispetto al passato. L’offerta però potrebbe non coprire tutte le richieste, dal momento che le basse rese di questa estate del grano duro hanno coinvolto anche i terreni dedicati alla produzione di seme certificato.

Entriamo nel dettaglio: stando ai dati Istat, sono circa 90 mila gli ettari di terreno marchigiano dedicati al grano duro negli ultimi due anni (erano 100 mila nel 2021), prevalentemente nelle province di Ancona (30 mila ettari), Macerata (25 mila) e Pesaro (22 mila), per una produzione complessiva che quest’anno è stata di circa 3,5 milioni di quintali, poco meno del 10% della produzione nazionale. Ad oggi, Assosementi, l’associazione che rappresenta le aziende sementiere italiane, evidenzia che solo sul 50% della superficie a grano duro viene utilizzato seme certificato, percentuale destinata però a crescere proprio in virtù delle mutate condizioni dei contributi Pac.

Nelle Marche, uno dei principali fornitori di sementi certificate è il Consorzio Agrario di Ancona, presente su ben tre province e punto di riferimento anche per lo stoccaggio finale del grano duro. E proprio dal Consorzio Agrario viene chiarita l’importanza di incentivarne l’utilizzo, scelta strategica per assicurare la tracciabilità, migliorare la qualità delle produzioni e favorire la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura.

“Nell’adottare le migliori soluzioni tecniche ed agronomiche – ricordano dal Consorzio – il primo passo è proprio quello di utilizzare sementi certificate perché hanno una migliore stabilità genetica, essendo selezionate con cura, e garantiscono pertanto una maggiore protezione per contrastare le malattie che attaccano le piante fin dalla prima fase. Insomma, il seme certificato assicura una più efficace partenza e la produzione è sempre più elevata grazie sia alla selezione del prodotto che alle operazioni di conciatura che vengono realizzate con tecniche e materiali che difficilmente sono replicabili in un contesto aziendale. Al riguardo, i tecnici del Consorzio Agrario di Ancona sono a disposizione degli imprenditori agricoli per dare informazioni e supporto tecnico in campo, al fine di orientare al meglio le scelte agronomiche che si andranno a compiere. E sono pronti a suggerire le migliori sementi, provenienti da contratti di filiera realizzati sul territorio, con ben dieci diverse varietà selezionate in funzione di specifiche caratteristiche e parametri qualitativi”.

 

Tags: Grano duro, in evidenza, seme certificato

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