Rese del grano triplicate grazie alla scoperta di un gene

I risultati di una ricerca potrebbero aprire nuovi interessanti scenari anche per le Marche, regione dove si coltivano quasi 100 mila ettari di questo cereale
Economia

Per una regione come le Marche, dove la produzione agricola è profondamente legata ai cereali e, in particolare, al grano duro (che occupa quasi 100 mila ettari), le innovazioni scientifiche volte a migliorarne quantità e qualità rappresentano un interesse primario.

Una notizia giunta dai laboratori dell’Università del Maryland (USA) si profila come una delle più rilevanti in questo senso, con il potenziale di trasformare la produzione globale di frumento. Gli scienziati americani sono riusciti a isolare il gene responsabile di una caratteristica straordinaria: la capacità di alcune piante di grano di sviluppare tre ovari per ogni fiore anziché uno solo.

Triplicare i chicchi senza nuovi costi

Questa anomalia genetica significa poter triplicare potenzialmente il numero di chicchi prodotti per spiga. La scoperta offre agli agricoltori uno strumento potente per incrementare significativamente i raccolti senza la necessità di aumentare le estensioni di terreno coltivato, incrementare il consumo d’acqua, utilizzare fertilizzanti aggiuntivi.

Il gene “miracoloso”

Tutto è nato con l’osservazione di una mutazione naturale in una comune varietà di grano da panificazione, che sviluppava spontaneamente più ovari. L’analisi del DNA di queste piante anomale ha portato il team di ricerca all’identificazione di un gene chiave, chiamato WUSCHEL-D1 o WUS-D1, che risulta attivo nei mutanti ma normalmente silente.

Quando il gene WUS-D1 si attiva nelle prime fasi dello sviluppo del fiore, provoca l’espansione del tessuto floreale. Questo crea lo spazio fisico per lo sviluppo di strutture femminili aggiuntive (pistilli e ovari). Poiché ogni ovario in più può trasformarsi in un chicco maturo, il raccolto finale viene moltiplicato senza aumentare il numero di piante coltivate.

Impatto strategico

L’importanza di questa ricerca è cruciale, specialmente in un’epoca segnata dai cambiamenti climatici, che rendono la coltivazione del grano sempre più difficile. L’identificazione della base genetica di questo tratto offre ai selezionatori vegetali un percorso concreto e rapido:

  1. Incorporazione Diretta: Integrare il gene in nuove varietà di grano, aumentando la resa complessiva.
  2. Editing Genetico: Utilizzare tecniche di editing genetico per perfezionare ulteriormente l’attivazione di WUS-D1, massimizzando la produttività.

Anche piccoli miglioramenti nel numero di chicchi per spiga possono avere un impatto enorme sulla produzione, e di conseguenza, sulla competitività e sulla sostenibilità delle produzioni cerealicole marchigiane.

Tags: Grano duro, in evidenza

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