“Sulle olive all’ascolana non va penalizzato il settore agricolo”

Confagricoltura, Cia e Copagri a difesa della produzione legata alla Dop della varietà del Piceno
Attualità

Continua a far discutere la questione sollevata dal Consorzio di Tutela dell’Oliva Ascolana del Piceno Dop che insieme alle associazioni di categoria aveva chiesto maggiori controlli nei confronti di quelle aziende agroalimentari che producono le famose olive all’ascolana senza utilizzare le olive di tale varietà.

Varie sentenze, come noto, dicono che non può essere evocato un nome se questo è “protetto” da una Dop, come appunto l’Ascolana del Piceno. Per questo era stato chiesto di dare seguito a delle ispezioni e relativi verbali innalzati dalla repressione frodi che avevano sanzionato dei produttori proprio per aver utilizzato la denominazione “Olive all’ Ascolana”.

Posizione rispetto alla quale da un lato il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Mirco Carloni aveva chiesto e ottenuto chiarimenti al Governo e dall’altro invece il presidente di Confindustria Ascoli aveva difeso le ragione delle aziende agrolimentari.

Sul tema ecco ora scendere in campo Confagricoltura, Cia e Copagri che, in una nota, “ringraziano l’on. Carloni per aver posto la sua attenzione ad una questione particolarmente spinosa che non è masi stata affrontata in questi anni nella maniera giusta. Alcune dichiarazioni di politici locali e del presidente di Confindustria Ascoli Piceno – evidenziano le tre sigle – ci hanno lasciati particolarmente colpiti. Se da un lato l’industria evidenzia l’importanza economica e occupazionale delle olive denominate ‘all’Ascolana’, temendo che una Dop ben regolamentata possa avere effetti negativi, dall’altro ribadiamo che il nostro obiettivo non è penalizzare nessuno, bensì garantire il rispetto delle norme.

Le Denominazioni di Origine Protetta nascono per tutelare l’origine e le caratteristiche delle produzioni, evitando abusi che possano indurre in errore i consumatori. Confagricoltura, Cia e Copagri non sono contro l’industria, ma ritengono inaccettabile l’uso improprio di un nome che rischia di confondere il mercato e penalizzare gli agricoltori.

Un mancato controllo della denominazione – puntualizza la nota – consente a produttori localizzati ovunque di immettere sul mercato produzioni falsamente identificate come tipiche e locali che con il territorio non hanno nulla a che vedere e che utilizzano produzioni primarie provenienti da ovunque. Nel senso che se non operiamo controlli tutelando una Dop anche aziende alimentari di produzione localizzate in altre regioni o altri stati europei possono commercializzare olive all’ascolana ponendo le produzioni sulla logica del minor costo (minor qualità) e non di tutela della qualità garantita dalla DOP. Lasciando libera la produzione e commercializzazione sicuramente non sviluppiamo un territorio e forse lo danneggiamo.

Sosteniamo con favore anche la proposta dell’assessore Antonini di finanziare nuovi impianti di oliveti con la varietà Ascolana Tenera. Questo intervento – concludono Confagricoltura, Cia e Copagri – consentirebbe di aumentare la produzione primaria e, grazie a specifici investimenti, di potenziare l’intero comparto olivicolo, dando nuova linfa al settore. Confidiamo in un percorso di tutela e sviluppo che possa valorizzare al meglio la Dop Oliva Ascolana del Piceno, nell’interesse di agricoltori, imprese e consumatori”.

Tags: confagricoltura, in evidenza, oliva ascolana del piceno DOP

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