Università, Confagricoltura e Consorzio: patto per le imprese

Una sinergia su innovazioni agronomiche e nuove tecnologie
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini

In un contesto economico ed ambientale sempre più complesso e variabile, le prospettive di crescita e sviluppo per l’agricoltura regionale non potranno prescindere da un costante investimento nella ricerca. Questo il presupposto alla base dell’incontro tenutosi presso la sede del Consorzio Agrario di Ancona fra l’Università Politecnica delle Marche ed i rappresentanti del mondo produttivo locale. Presenti, oltre al presidente del Consorzio Alessandro Alessandrini, i professori Bruno Mezzetti, Giuseppe Toscano e Franco Capocasa per il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali nonché Antonio Trionfi Honorati, Marco Acciarri, Luca Pompozzi ed Alessandro Bettini in rappresentanza di Confagricoltura Marche. Un’occasione di confronto che si propone di mettere in sinergia il mondo accademico direttamente con le concrete e reali necessità delle aziende agricole del territorio.

Le tematiche agronomiche

Molti gli argomenti trattati, strettamente connessi alle principali problematiche del settore primario regionale. Un uso efficiente delle risorse idriche tramite tecniche di irrigazione di precisione, la valorizzazione dei residui agro-forestali (biocombustibili, agri-pellet) e la formazione di tecnici capaci di integrare le competenze dell’agronomiche con la gestione di un comparto sempre più digitalizzato, sono stati solo alcuni fra gli spunti di ricerca prospettati.

Particolare attenzione, come ha ricordato il prof. Mezzetti, dovrà nel futuro essere posta anche ai programmi di miglioramento genetico delle varietà vegetali coltivate (ambito nel quale l’Università Politecnica sta operando da anni) anche al fine di selezionare i genotipi migliori in termini di produzione, qualità organolettica e valore nutrizionale. Altro aspetto, certamente interessante, l’implementazione e lo studio di biotecnologie applicate al fine di indurre resistenza ai patogeni su fragola, pomodoro, pesco, mora, vite e pero. Ciò potrà permettere, ad esempio, la creazione di nuovi vitigni resistenti alle principali avversità (peronospora, oidio, botrite, flavescenza) o di varietà gestibili con un impiego minore di risorse idriche.

L’utilizzo di nuove tecnologie

Innovazioni agronomiche e genetiche ma non solo. La aumentata multifunzionalità delle aziende agricole e le mutate condizioni ambientali, climatiche ed economiche non potranno che richiedere una sempre maggiore applicazione delle nuove tecnologie anche nel settore primario.

Proprio al tal proposito il prof. Toscano ha sottolineato come l’ingegnerizzazione dell’ambiente rurale anche attraverso l’installazione in campo di sensoristica che permetta un monitoraggio real-time sia un percorso ormai fondamentale. Anche al fine di ottimizzare gli input (es. acqua, composti fitosanitari, ecc.), e massimizzare le rese e la riduzione degli sprechi. Discorso analogo per l’agri-voltaico, sistema che dovrà sempre più integrarsi con le colture praticate a fianco.

Una forte esigenza di instaurare un rapporto di reciproca collaborazione che potrà concretizzarsi solo mediante un’attività di ricerca e sperimentazione sostenuta anche dal mondo produttivo. Un investimento sul futuro delle nostre aziende che passo anche dall’attivazione di assegni di ricerca e borse di studio calibrati sulle reali esigenze delle imprese marchigiane.

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Tags: confagricoltura, Consorzio Agrario, in evidenza, Università Politecnica delle Marche

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