Vinitaly, le Marche puntano su biologico e innovazione

Nuove tipologie in vista per Pecorino, Verdicchio e Rosso Conero
Economia

Seconda giornata del  56° Vinitaly, con 107 cantine delle Marche, 49 delle quali presenti nella collettiva organizzata dalla Regione. Oltre 200 le etichette in degustazione libera nella “Terrazza Marche” al padiglione 7 (Stand C6-C7-C8-C9), che nella giornata inaugurale ha visto anche la visita del ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani. La Regione è presente tramite l’assessorato all’Agricoltura impegnato a sostenere i vini marchigiani, fortemente radicati sul territorio, insieme alle produzioni biologiche, ad accompagnare l’innovazione, a incentivare le soluzioni in grado di favorire la resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici e a sostenere le esportazioni dei vini marchigiani, anche favorendo l’incoming di buyer e winelover, grazie a una legge innovativa sull’enoturismo.

Diversificazione e biologico

I presenti puntano l’accento proprio sul biologico, essendo le Marche del vino la seconda regione in Italia per incidenza sulla superficie agricola vitata, con un rapporto superiore al 46%. Il bio rappresenta infatti un modello per la diversificazione e la conservazione della biodiversità È un tema reale, con sfaccettature e caratteristiche apprezzate dai consumatori, che possono garantire maggiore valore aggiunto ai vini e ai prodotti agricoli marchigiani che nel complesso crescono moltissimo.

Nuove tipologie in corso d’opera

E sul progetto di crescita qualitativa delle produzioni enologiche marchigiane si inserisce la proposta del presidente del Consorzio Vini Piceni, Simone Capecci, annunciata nel corso della degustazione dedicata alla longevità del Pecorino, vitigno componente principale dei bianchi a denominazione d’origine del Piceno.

“Il Pecorino ha tracciato la qualità del territorio e dopo Vinitaly – anticipa Capecci – ragioneremo all’interno del Consorzio per valutare l’introduzione di una tipologia Riserva o Superiore all’interno delle denominazioni contenenti il Pecorino, così da dare maggiore spessore a un vitigno prestigioso”.

Un percorso che ha condotto anche l’altra grande “casa” dei vini marchigiani di qualità, l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, presieduto da Michele Bernetti. “Dovremmo essere vicini alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle modifiche apportate al disciplinare del Verdicchio dei Castelli di Jesi Docg, che andrà ad accorpare anche la tipologia “Superiore”, in modo da avere un’unica produzione che riunirà le migliori produzioni, con una governance unica della stessa denominazione”. Iter analogo anche per la Docg Conero, che abbraccerà la tipologia “Riserva Rosso”, per la quale sono previsti i due anni di invecchiamento, e per la Docg Rosato e Docg Rosato metodo classico. In corso anche l’introduzione della “Riserva” anche per la Doc Colli Maceratesi.

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