Barbabietole e interporto, una commedia all’italiana

Più che una misura concreta, l'accordo sottoscritto con una struttura logistica che dovrebbe avere un ruolo istituzionale, sembra una mera propaganda fatta da chi dovrebbe tutelare le istanze del proprio settore
Attualità

Quello delle barbabietole è stato per molti anni un settore fiorente, che ha garantito occupazione e ricchezza per l’intero comparto agricolo locale.

Non possono che essere visti con favore, dunque, gli sforzi messi in atto dalla Regione Marche, negli ultimi anni, per provare a rilanciare una coltura in grado di garantire reddito alle imprese e permettere una buona rotazione agronomica ai terreni. Sono infatti 200 gli euro messi a disposizione dal bilancio regionale per ogni ettaro destinato dagli agricoltori marchigiani alla coltivazione di bietole.

Proprio in quest’ottica si dovrebbe inserire anche il recente protocollo sottoscritto fra i vertici di Interporto Marche ed alcune organizzazioni di settore per “riattivare la piastra ferroviaria di trasporto delle bietole prodotte nelle Marche”. Finalità senza dubbio importanti, anche se condite da una non irrilevante dose di retorica, che si tradurrebbero in una agevolazione sostanzialmente di natura logistica.

Da un lato risorse regionali che incentivano la coltivazione e per le quali, ad onore del vero, sarebbe più da ringraziare il presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli (fin da subito molto recettivo al problema delle bietole ed alle esigenze dell’ intero comparto). Dall’altro, una proposta avanzata da alcune organizzazioni di categoria molto più attive nel diramare comunicati stampa e cercare laute indennità per i propri vertici che a tutelare gli interessi dei propri associati con proposte concrete.

Infatti al fianco dei contributi una tantum, già stanziati gli scorsi anni dalla Giunta regionale (al momento l’unico elemento certo con il relativo bando si è appena aperto) si aggiungerebbe ora anche la riattivazione del servizio di trasporto su ferrovia su iniziativa di alcune associazioni partendo proprio dall’Interporto anche se non si sa bene con quali fondi…

Una possibilità interessante che permetterà di ridurre la partenza di qualche camion in direzione nord e di abbattere i costi legati alla logistica. Nobilissime intenzioni animante anche dal desiderio di ridurre l’impatto ambientale spostando il trasporto da gomma a rotaia (anche se sarebbe, poi, da valutare cosa ci sia veramente di “green” nel coltivare un prodotto che dovrà essere obbligatoriamente trasportato a centinaia di km per essere trasformato, visto che non ci sono più zuccherifici in tutto il centro Italia).

Al netto del contenuto di tale accordo, la cui efficacia si vedrà alla prova dei fatti, sorge comunque qualche dubbio circa modalità e forma che hanno accompagnato la sua stesura nonché su alcune scelte “di regia” fatte per dare risalto alla sua sottoscrizione. E non tanto per la scena, anche un po’ posticcia e fatta in fretta e furia, che vede la firma di questo protocollo su di un tavolino a latere di un ben più importante incontro partecipato dal vice-premier ed organizzato per tutt’altro motivo, quanto per la scelta del cast. Attori protagonisti, infatti, non sono stati i numerosi rappresentati del settore fatto di organizzazioni di categoria, associazioni di produttori, etc. etc.. ma solo alcune star. Non si è scelto di coinvolgere l’intero settore, ma solo di dare risalto a ben specifici attori. Un casting evidentemente fatto in gran segreto e destinato ad un commedia scritta ad hoc per ben determinati protagonisti ma ugualmente validato dai vertici di un ente, l’Interporto, che si sarebbe immaginato ben più istituzionale nei modi.

Circostanza poco opportuna non tanto sul piano dello stile, termine sconosciuto ai più, quanto nella reale capacità di trasmettere un segnale di unità per il settore bieticolo regionale che in quel protocollo viene rappresentato solo in piccola parte. Non sarebbe poi da stupirsi se, agli occhi di uno spettatore poco attento, possano sorgere alcune domane: i soldi ai bieticoltori li darà la Regione o qualche Organizzazione? L’interporto permetterà di ricevere il raccolto di tutti gli agricoltori marchigiani o solo di quelli con la giusta tessera sindacale in tasca? Si tratta di una misura concreta e strutturata o di mera propaganda fatta non dalle istituzioni ma da chi, proprio sulla politica, dovrebbe vigilare portando le istanze del proprio settore?

Non resta quindi che vedere, una volta usciti i risultati al botteghino, i risultati di questa commedia recentemente andata in scena. Sempre ben consapevoli, però, che al momento gli unici meriti sembrerebbero ascrivibili unicamente alle istituzioni regionali che hanno concretizzato l’intenzione con aiuti concreti e non ai soliti personaggi eternamente in cerca d’autore.

 

Tags: barbabietole, in evidenza, interporto

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