Le Marche in area ZES: i benefici per le aziende agricole

Entro il 2 dicembre la "comunicazione integrativa" per accedere al credito d'imposta sugli investimenti in beni strumentali realizzati nel corso del corrente anno
Economia
di Alberto Maria Alessandrini

Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (19 novembre 2025, n. 269) della legge 18 novembre 2025, n. 171, le regioni Marche e Umbria sono ufficialmente incluse nell’area della ZES Unica – la Zona Economica Speciale istituita per rilanciare investimenti e semplificare procedure in un ampio bacino che, fino ad oggi, comprendeva regioni del Sud.

In blu i Comuni inseriti nella ZES

A partire dal 20 novembre 2025, dunque, la ZES Unica si estende anche al nostro territorio ed in particolare a 101 comuni (prevalentemente fra le provincie di Ascoli, Fermo e Macerata), numero che sembrerebbe comunque provvisorio e suscettibile di aumento.
Fra le prime novità per le imprese si ricorda che quelle che hanno già progetti in corso o nuovi insediamenti – o intendono farli – nelle aree interessate potranno accedere da subito allo “Sportello Unico Digitale” (S.U.D. ZES), un’interfaccia telematica semplificata che sostituisce le autorizzazioni tradizionali, accorciando i tempi.

Il coordinamento e la governance della ZES Unica vengono poi aggiornati: nella “Cabina di regia” entreranno anche i presidenti delle due regioni, mentre le strutture operative – inclusa la “Struttura di missione ZES” – estenderanno le loro attività sul nuovo territorio.

Uno dei punti centrali della riforma riguarda, però, le agevolazioni: l’articolo 3 della legge prevede che, per gli investimenti in “beni strumentali” realizzati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025 nelle aree ricomprese nella ZES, le imprese (anche quelle del settore agricolo) possano accedere al credito d’imposta già previsto per le zone ZES.

Per poter beneficiare dell’agevolazione nell’anno in corso sarà necessario presentare – entro lo strettissimo termine del 2 dicembre – una “comunicazione integrativa”, in accordo con quanto previsto dal decreto-legge 202/2024.

Sono ammesse le spese relative a investimenti in beni strumentali, anche tramite leasing, quali:
• nuovi macchinari;
• impianti e attrezzature;
• immobili (terreni, acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili strumentali effettivamente utilizzati per l’attività produttiva), nel limite massimo del 50% dell’investimento complessivo.

La legge prevede, inoltre, che entro 60 giorni dall’entrata in vigore venga aggiornato il “Piano strategico” della ZES Unica, allo scopo di definire, con dettaglio regione per regione, i settori da promuovere, gli investimenti prioritari e le modalità di attuazione. In particolare, il piano includerà progetti per la “riconversione industriale finalizzata alla transizione energetica”, in coerenza con le politiche nazionali ed europee di sviluppo e coesione territoriale. Fino a quando non sarà pronto il nuovo piano, le Marche e l’Umbria potranno applicare – compatibilmente -le misure già previste per la ZES Unica approvata nel 2024.
Da più parti l’allargamento della ZES è stato salutato come “una grande occasione” di rilancio economico, soprattutto per zone dell’Italia centrale con storia produttiva, ma che negli ultimi anni hanno risentito della crisi, di fenomeni sismici o di debolezze infrastrutturali.
Una opportunità che, secondo i promotori, non riguarda solo gli incentivi e gli sgravi fiscali, ma punta a rafforzare la competitività territoriale, sostenere la riconversione industriale e favorire insediamenti produttivi in chiave sostenibile, anche in aree colpite da emergenze (come il sisma), contribuendo così a una ripartenza economica concreta.

Tags: Area ZES, credito d'imposta, in evidenza

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