Grano duro e uve: gli effetti del maltempo sulle produzioni

Confagricoltura evidenzia le criticità in queste due colture prevalenti per le Marche
Economia

L’arrivo del sole e di temperature in linea con l’andamento stagionale restituiscono un po’ di serenità al mondo agricolo, che però resta alle prese con preoccupanti aspetti che interessano due colture prevalenti nella regione: il grano duro per quantità prodotta, le uve per la trasformazione nel vino che sta crescendo nei mercati esteri.

È la preoccupazione che esprime il marchigiano Mauro Acciarri, vicepresidente presidente del Compag – Federazione Nazionale delle Rivendite Agrarie e presidente di Confagricoltura Ascoli e Fermo, il quale evidenzia come oltre agli smottamenti su strade di campagna e frane, l’agricoltura marchigiana stia pagando un caro scotto anche sulle produzioni per le abbondanti piogge delle scorse settimane.
“Il grano – spiega Acciarri – lo scorso anno era già in fase di raccolta ed invece in questo 2023 non è ancora maturo e i cerealicoltori si trovano in grande difficoltà. Le produzioni rischiano forti riduzioni sia per un ritardo nella maturazione, sia a causa del fenomeno dell’allettamento, ma anche e soprattutto perché le condizioni di pioggia (umidità elevata) e temperature intorno ai 10-18 °C hanno determinato le condizioni ideali per lo sviluppo della Fusariosi. È una malattia fungina che causa perdita di produzione, diminuzione della qualità e possibilità dello sviluppo di micotossine che renderebbero il grano non idoneo alla trasformazione.
Le difficoltà nel contenere la malattia sono state legate alla impossibilità di entrare in campo (terreni troppo bagnati) per effettuare i trattamenti fitosanitari necessari. Inoltre, nel biologico si ha anche la difficoltà di trovare principi attivi idonei al controllo del parassita.

Nei vigneti – conclude Acciarri – desta preoccupazione la peronospora. Anche in questo caso le condizioni di caldo umido hanno favorito lo sviluppo del fungo e l’impossibilità di entrare nei vigneti in tempi brevi ha causato lo sviluppo della malattia che non viene contrastata. Le conseguenze le avremo in autunno, sperando che gli interventi che si potranno attivare ora che è tornato il bel tempo salvaguardino sia la quantità della produzione che la qualità”.

Tags: Acciarri, Compag, confagricoltura, Grano duro, in evidenza, uve

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