La gestione della popolazione di lupi nelle Marche, e in Italia, continua a essere al centro di un acceso dibattito tra mondo rurale e istituzioni, soprattutto alla luce del recente declassamento dell’animale approvato alla Camera. A tal proposito, nel pomeriggio del 5 dicembre, Andrea Busetto Vicari, agricoltore e rappresentante dell’associazione Tutela Rurale, ha incontrato l’assessore regionale alla Caccia, Giacomo Bugaro, consegnandogli un documento che fa luce sulle reali possibilità di intervento da parte della Regione.

L’associazione sostiene che molte regioni, fra cui le Marche, usino il pretesto di avere “le mani legate” in attesa del definitivo declassamento del lupo da “rigida protezione” a specie “semplicemente protetta” (atteso con la direttiva UE 2025/1237). Tuttavia, la normativa attuale italiana, in particolare il DPR 357/1997 che recepisce la Direttiva Habitat del 1992, prevede già la possibilità di deroghe. L’Art. 16 della Direttiva, infatti, consentirebbe di derogare al divieto di uccisione, ferimento e cattura (Art. 12) del lupo in circostanze precise, tra cui il grave danno economico, la sicurezza pubblica, o danni ambientali.
“Il confronto con l’Assessore è stato franco e ci ha spiegato che, al momento, l’unico modo effettivo di agire sarebbe la cattura, oltremodo costosa e di difficile attuazione” ha dichiarato Busetto Vicari, pur nutrendo la speranza che le azioni siano più incisive anche in virtù di quanto riportato nel documento consegnatogli. Questo, infatti, spiega che la cattura e l’abbattimento sono già considerati allo stesso modo dalla normativa. Diverse Regioni e Parchi hanno già fatto ricorso alle deroghe per catturare diversi lupi problematici. Ad esempio, nel 2022, un lupo che frequentava l’area urbana di Fano è stato catturato e dislocato proprio nelle Marche.
Un ulteriore chiarimento, inoltre, è arrivato a inizio 2025 con l’adozione da parte dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale) di due protocolli specifici che, tra le altre cose, prevederebbero per le Marche una soglia massima di prelievo pari a 5-8 lupi:
· Uno sui lupi problematici, che stabilisce la rimozione dei lupi che attaccano cani al guinzaglio e, ovviamente, quelli che attaccano l’uomo. Per i lupi che si avvicinano alle persone, è prevista la rimozione in caso di inefficacia della dissuasione.
· Uno sui lupi che causano gravi danni economici, definendo le “aree ad alto rischio” dove due attacchi nella stessa azienda in un anno sono sufficienti per attivare la deroga.

L’incontro in Regione è stato anche l’occasione per affrontare la questione cinghiali, un dramma di cui, secondo Busetto Vicari, l’Assessore “conosce, ed ha condiviso, perfettamente il dramma e l’incapacità di qualunque attività di controllo efficiente fino ad ora posta in essere, tant’è che ha commissariato ancora una volta l’ATC PS1.”
Busetto si è detto totalmente pessimista riguardo la situazione condividendo i dubbi di Bugaro circa la difficoltà di realizzare il piano di abbattimento di 44.000 cinghiali, numeri ritenuti assolutamente utopistici sia dal mondo agricolo che dal rappresentante delle istituzioni.
Preoccupazione anche per la Peste Suina Africana (PSA) che, secondo le proiezioni più attente arriverà presto, inevitabilmente, anche nelle Marche ed i danni saranno ingentissimi.
“Bugaro si è dimostrato intelligente, attento alle nostre istanze e pragmatico nonché perfettamente consapevole del disastro in corso. Resta, però, una grande stanchezza ed indignazione per l’inerzia causata da molta politica sulla gestione della fauna selvatica. Spero che chi si è stancato di uno stato che non tutela più i suoi cittadini, si faccia sentire, anche in modo molto rumoroso,” ha concluso Busetto Vicari aggiungendo una nota amara: “Almeno, forse, ci pagheranno i danni. Ma gli agricoltori, a forza di accettare tutto, presto saranno tutti morti.”








