La drammatica emergenza Blue Tongue (febbre catarrale degli ovini) che ha colpito duramente il settore zootecnico delle Marche nel 2025 non accenna a placarsi, soprattutto sul fronte dei risarcimenti. Dopo le denunce estive di Marche Agricole in merito alla mancata o insufficiente prevenzione vaccinale da parte della Regione, ora l’attenzione si sposta sull’entità dei ristori, giudicata ampiamente insufficiente a coprire i danni subiti dagli allevatori, specialmente quelli del comparto ovino.
Già durante l’estate, l’allarme lanciato da molti allevatori e ripreso da Marche Agricole metteva in luce gli effetti nefasti della diffusione del virus, che ha causato ingenti perdite di capi, in particolare tra gli ovini. All’epoca, si sottolineava come una più tempestiva ed efficace campagna di vaccinazione da parte della Regione avrebbe potuto mitigare l’impatto economico e sanitario sui greggi.
La malattia, infatti, pur non essendo trasmissibile all’uomo né compromettendo la sicurezza alimentare ha avuto una letalità significativa tra le pecore, minacciando la sopravvivenza stessa di molte aziende di pastorizia, vitali per l’Appennino centrale.
Ma dopo una scarica attività di prevenzione (e centinaia di capi morti) si è tentato di arginare la situazione prevedendo ristori per le aziende colpite. Situazione che si è rivelata fin da subito critica, però, subito dopo la scadenza del bando regionale. Questo, istituito con una Delibera di Giunta (n. 1365 dell’11 agosto 2025), prevedeva una dotazione finanziaria iniziale di appena 100.000.

Tuttavia, come emerso di recente, le richieste di risarcimento presentate dagli allevatori marchigiani per coprire i danni reali (morte degli animali, smaltimento carcasse, spese per repellenti e perdite di reddito) ammonterebbero complessivamente a una cifra che supera di ben sei volte quella stanziata, raggiungendo quota 635.000.
A farsi portavoce del malcontento e delle pressanti esigenze del settore è il consigliere regionale Giacomo Rossi, capogruppo dei Civici Marche e vice presidente dell’Assemblea Legislativa, che ha inviato una formale richiesta all’Assessore all’Agricoltura per un immediato incremento della dotazione finanziaria.
“Ieri ho inviato formale richiesta di incremento della dotazione finanziaria a sostegno degli allevatori che hanno subito i gravi danni della Blue Tongue sui loro capi di ovini,” ha dichiarato Rossi in una nota. “L’epidemia di febbre catarrale ha colpito duramente il comparto ovino, con una mortalità che ha sfiorato il 2% del totale. È evidente che quanto individuato non sia sufficiente a ristorare in maniera congrua i soggetti duramente colpiti dalla Blue Tongue.”
Rossi ha accolto con soddisfazione l’apertura mostrata in Aula dall’assessore all’agricoltura, Enrico Rossi, sulla possibilità di nuovi fondi. “Apprendiamo con soddisfazione la notizia e continuiamo a lavorare per i nostri allevatori,” ha aggiunto il Vice Presidente, che spinge per un intervento già nel prossimo Bilancio di previsione 2026-2028 per “compensare, almeno in parte, le perdite subite dal settore ovino e non pregiudicare la sussistenza di molte aziende.”
La Regione è ora chiamata a una risposta urgente e concreta per sanare questo divario finanziario e garantire la sopravvivenza di un comparto agricolo e culturale fondamentale per il territorio marchigiano. Resta comunque l’amarezza del constatare che, se solo si fossero investite poche migliaia di euro sei mesi fa per effettuare una campagna vaccinale a tappeto (il costo del vaccino è di circa 2 euro a capo), le casse pubbliche non avrebbero dovuto sborsare, ora, oltre mezzo milione di euro di risarcimenti…








