Manca poco alla tradizionale Sagra della Cipolla Rossa di Suasa, appuntamento che da oltre venticinque anni celebra uno dei prodotti tipici e identitari di Castelleone di Suasa. Ogni anno, nel primo fine settimana di settembre, il borgo marchigiano si anima tra stand gastronomici, cantine aperte e produttori locali che propongono la cipolla in mille varianti, attirando visitatori da tutta la regione e non solo.

Tra i protagonisti della manifestazione c’è come sempre Riccardo Berluti, tra gli agricoltori custodi designati dall’Amap (Agenzia Marche Agricoltura e Pesca) per la tutela della storica varietà marchigiana. È lui a raccontarci com’è andata la raccolta 2025.
“È stata una stagione positiva – spiega – il prodotto è buono e ben idratato, grazie alle piogge più frequenti, sia a primavera che nel corso dei mesi estivi. Abbiamo ottenuto più quantità rispetto allo scorso anno e questo ci ha permesso di rispondere meglio alla forte richiesta”.
Annata favorevole, ma con qualche difficoltà
Nonostante i buoni risultati, anche quest’anno non sono mancate alcune criticità legate alle malattie tipiche della cipolla. “Si sono ripresentate peronospora e oidio – racconta Berluti – ma, con le dovute precauzioni, siamo riusciti a limitare bene il problema”.
Le condizioni climatiche, caratterizzate da piogge abbondanti nei mesi primaverili, hanno favorito la crescita delle piante, migliorando la qualità e l’idratazione dei bulbi, ma hanno anche richiesto particolare attenzione nella gestione fitosanitaria.
Cipolla delicata sempre più richiesta
Come spiegato da Berluti, a distinguere questa varietà dalle altre cipolle è soprattutto la delicatezza del sapore e la digeribilità, unite alla tenerezza della buccia e alla lunga conservazione: raccolta tra luglio e agosto, riesce a mantenersi fresca fino ai primi di marzo.
Il tipico colore rosso intenso, il gusto dolce e la consistenza tenera la rendono ideale in cucina, sia cruda che cotta, in insalate, zuppe o piatti tipici della tradizione locale. La semina può avvenire a terra o tramite trapianto: nel primo caso viene effettuata a febbraio, mentre nel secondo si semina in aiuole o polistiroli a settembre, con il trapianto delle piantine in campo nel mese di marzo. Le cipolle richiedono un’adeguata irrigazione e, grazie alla disponibilità idrica di quest’anno, la crescita è stata favorita.
A fare da motore alla coltivazione della varietà autoctona marchigiana, resta soprattutto una domanda tendenzialmente in aumento, non solo nel territorio locale ma anche da fuori regione; anche grazie, aggiunge: “alle attività di promozione del prodotto che hanno permesso, ad alcuni agricoltori custodi, di ampliare la propria rete commerciale”. In alcuni casi, nonostante l’aumento della produzione, la richiesta rischia di superare l’offerta.
Per quanto riguarda la promozione sul territorio invece, l’attesa è ora per l’annuale Sagra, un evento che, dalle sue origini, non vuole essere solo occasione di degustazione, ma anche di valorizzazione di un’intera cultura agricola locale. “Ogni anno – conclude – la partecipazione è alta, sia da parte dei visitatori che dei produttori: è un momento fondamentale per far conoscere la nostra cipolla e la nostra terra”.
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