Non è certamente corretto sostenere che gli indirizzi regionali in materia agricola abbiano determinato lo spaventoso crollo di aziende (-7 mila nell’ultimo decennio) e lavoratori nel settore primario (-13 mila da un anno all’altro). Ma non si può certo negare il fatto che certe scelte sembrano studiate a tavolino per scoraggiare quegli agricoltori che ostinatamente continuano a lavorare la terra.
Agricoltori con le braccia conserte

Ne è un esempio eclatante quanto sta accadendo in questi giorni. Con campi finalmente asciutti dove si sarebbe potuto tornare ad operare i mezzi da almeno dieci giorni, l’agricoltore si è trovato obbligato a rimanere a braccia conserte per il divieto assoluto di distribuire tra dicembre e gennaio i fertilizzanti azotati sulle colture agricole nei terreni ricadenti nelle ZVN (Zona vulnerabilità nitritati) che sono la maggior parte delle superfici agricole regionali. Un divieto, così come previsto dall’apposito regolamento, che diventa un permesso condizionato a febbraio, quando sarà l’Amap, sulla base dell’andamento meteo, a determinare settimanalmente i giorni in cui le imprese agricole saranno autorizzate a tali trattamenti.
Imposizioni peggiorative
Divieti e permessi condizionati sono una imposizione fortemente peggiorativa delle stesse direttive europee che richiamano ad una giusta e doverosa attenzione a questa problematica, sensibilizzando gli stati a provvedimenti conseguenti. Provvedimenti che nelle Marche, come sempre e a differenza delle regioni limitrofe, diventano scelte integraliste che non tengono minimamente conto né degli andamenti climatici né delle colture praticate. A partire dal grano duro, principale cereale prodotto nelle Marche, che si trova nella fase di accestimento e che proprio ora ha necessità di azoto per svilupparsi al meglio e garantire le migliori rese in fase di raccolta.
Ed invece nulla, con il rischio che il tempo ad inizio febbraio riporti piogge ed i terreni diventano impraticabili per il lavoro dei mezzi agricoli.
Confagricoltura: “Paletti assurdi”

“Stanno mettendo paletti assurdi contro ogni legge agronomica e contro il buon senso” tuona Andrea Pettinari, presidente di Confagricoltura Macerata che aggiunge: “Non si tiene conto di due aspetti. Il primo: l’agricoltore è perfettamente in grado di capire le necessità delle proprie colture, altrimenti avrebbe fallito da un pezzo. E dal momento che in questi giorni i terreni sono totalmente asciutti ed il rischio di dilavamento dell’azoto è nullo, impedirne la distribuzione significa danneggiare da un lato l’impresa agricola e dall’altro rischiare di avere più danni ambientali dopo. Il secondo: le normative Ue vanno certamente applicate, ma studiandone gli effetti e capendo come poter contemperare le disposizioni normative con le esigenze dell’agricoltore. Diversamente diventano vessazioni che contribuiscono alla preoccupante morìa di aziende agricole”.