Il florovivaismo nelle Marche? Ha ampi margini di crescita

Circa 600 aziende per 1000 addetti nel territorio regionale
Attualità
di Veronique Angeletti

È un settore che ha ampi spazi di crescita: in Italia, a persona si spendono 39 €, in altri paesi tre volte tanto; è altamente innovativo e regala una bella identità lì dove è insediato. È il florovivaismo, comparto snobbato ieri dall’agricoltura, oggi ritenuto strategico. Proprio questi giorni, dopo l’approvazione alla Camera, è al centro di un Ddl al Senato che mira a dare alla filiera un quadro normativo organico per la coltivazione, l’incremento della qualità e valorizzazione. Prevede perfino un marchio per evidenziare l’eccellenza Made in Italy.

Le piante ornamentali nelle Marche

Florovivaismo

Il che riguarda anche piante ornamentali “Made in Marche”. Come l’alloro prodotto tra il Tronto e l’Aso, di cui Grottammare è capofila, su cui, da tre anni, l’associazione vivaisti locale con l’assessore regionale all’agricoltura Antonini lavora per farne un prodotto Igp.
O ancora l’idea del “Ciclamino del Montefeltro”.

“Il sogno del compianto ex presidente della provincia Tagliolini” commenta Matteo Canti dell’azienda agraria “Rose a cinque petali” a Peglio. Un comune alto 650 m/slm che, per merito di un eccezionale bioclima, ospita un distretto di aziende di fiori in vaso e recisi. Umido ma ventilato non favorisce le muffe e garantisce, senza fitofarmaci, ottime rese. Con il suo socio Lorenzo Antoniucci produce ciclamini, viole, gerani, surfinie, stelle di Natale per garden store del Centro Italia. Insomma, nei loro 4mila mq di serre dove lavorano in 8, escono circa 700 mila piante all’anno.

Spiega che dopo il Covid, la domanda è cresciuta a dismisura ma oggi per effetto dei costi della vita è calata ma rimane una clientela informata e molto esigente. “Vuole piante belle, resistenti prodotte con una filosofia sostenibile. Il che ci impone di collaborare con aziende altamente specializzate e di lavorare con accorgimenti gravosi come investire in impianti a biomassa e utilizzare vasi 100% riciclati”.

Offrire qualità

Impostazione condivisa da “Vivai Manfrica” ad Abbadia di Fiastra. Ha un catalogo lungo quasi 4mila varietà coltivate in 1500 mq di serre e 80 mila mq all’aperto. “Una ricca declinazione nata dalla passione che abbiamo per le piante” chiarisce uno dei titolari Franco Scalzini. Con il suo team sta lavorando all’allestimento di alcune rotatorie, tra cui quella all’uscita dell’A14 di Senigallia. Un vero e proprio biglietto da visita del territorio. Anche per lui il punto forza è offrire alta qualità, quindi, investire nell’ innovazione. Lavora con particolari substrati e un vaso antispiralizzazione che impedisce alle radici di memorizzare la crescita a spirale e favorisce l’attecchimento. L’azienda si è specializzata nella realizzazione dei giardini pensili. Come quello sul tetto della scuola di San Leo e, in fase di completamento, su quella di Cupramontana.

Alta qualità, innovazione e sostenibilità hanno dato il ritmo alla crescita di Floricoltura Cannella con sedi a Civitanova Marche e Montecosaro. I fratelli Pietro e Roberto producono piante fiorite e sono specializzati in ortensia, ibisco, dipladenie, ciclamini, poinsettie. “Per essere sul mercato nonostante le difficoltà – racconta Piero – dobbiamo garantire una qualità che dia delle risposte alle richieste in particolare delle giovani generazioni”. L’azienda (2,5 ettari di serre riscaldate anche con pannelli fotovoltaici) è gestita tramite tecnologia digitale e, con il supporto dei figli Marco e Giampaolo formati all’agrario di Macerata, è attenta alle nuove tecniche di coltivazione e collabora con le aziende di ricerca genetica più innovative e performanti.

Nelle Marche il florovivaismo, secondo dati Istat e Crea, coinvolge circa 600 aziende: oltre il 30% sono in provincia di Ascoli Piceno, punte del 20% in quelle di Pesaro-Urbino e Macerata. Gli ettari dedicati sono circa un migliaio, gli addetti che vi lavorano 1400. Un settore che sviluppa un fatturato di circa 42 milioni di euro, di cui oltre 10 destinati all’export. Numeri importanti, pur in un panorama nazionale dove operano 27 mila aziende per 100 mila addetti e un valore della produzione che supera i 3,1 miliardi di euro con 780 milioni di piante ornamentali e 135 milioni di fiori recisi.

Tags: fiori, Florovivaismo, in evidenza, piante ornamentali

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