Le icone della biodiversità per un oleoturismo autentico

Presentate da AMAP. Spicca un olivo di "ascolana tenera" di 900 anni
Attualità

Svelate da AMAP (Agenzia Marche Agricoltura Pesca) le “icone della biodiversità” grazie ai risultati del progetto di ricerca sugli olivi monumentali delle Marche. Ben 23 schede relative a genotipi iscritti al Repertorio Regionale della Biodiversità che hanno consentito un vero e proprio tuffo nella storia del territorio. Rappresentanti delle istituzioni, tecnici e in particolare i custodi di questo patrimonio della biodiversità olivicola regionale si sono dati appuntamento all’H3 Coworking & Conference Center di Ancona per ascoltare gli esiti delle indagini genetiche condotte sul campo. Attività approfondite in un convegno che ha consentito di rappresentare l’età plurisecolare di alcune piante (la più antica ascolana tenera datata sul territorio marchigiano tocca i novecento anni), nonché i rapporti di “parentela” e similarità tra le varietà marchigiane e di quelle di altre regioni nazionali e di Paesi internazionali.

«Questa giornata ci ha riportato indietro nel tempo, dandoci però slancio verso il futuro – ha sottolineato il presidente di AMAP Marco Rotoni -, sono stati illustrati studi compiuti con grande professionalità, entusiasmo e passione. Elementi che contraddistinguono anche gli agricoltori intervenuti al convegno, i proprietari di questi olivi monumentali che sono diventati un simbolo identitario della nostra regione e di un tessuto produttivo che ha tantissime qualità da esportare».

Peculiarità fondanti di una proposta specifica voluta e approvata dalla Giunta marchigiana: «A questa narrazione del territorio – ha aggiunto l’assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini – si legano i principi contenuti nella legge sull’oleoturismo che vuole valorizzare la biodiversità e questa produzione fornita dalle aziende del settore».

Parole riprese anche dal direttore di AMAP Andrea Bordoni: «I veri protagonisti del convegno sono stati questi alberi secolari e i loro custodi. Siamo  pronti affinché queste piante possano entrare, secondo quanto previsto dalla nuova legge, nell’albo degli olivi monumentali per promuovere dei percorsi turistici per vederli, visitarli e conoscerli».

Dal punto di vista tecnico e prima della presentazione delle schede, i lavori introdotti da Ambra Micheletti, responsabile del progetto sulla Biodiversità agraria, sono proseguiti con le relazioni del capo panel di AMAP Barbara Alfei sul rapporto tra “Varietà e territorio: dagli olivi monumentali al Terroir”; oltre che di Roberto Mariotti, collaboratore tecnico del CNR – IBBR di Perugia (con la cui collaborazione AMAP ha realizzato il progetto), in merito a “Le ultime novità sulla diversità olivicola marchigiana”; e del direttore della Scuola Potatura Olivo Giorgio Pannelli su “Come proteggere gli olivi e gli oliveti storici dalle cattive pratiche agronomiche e valorizzarli in un contesto di cambiamento climatico”, intervento che ha ribadito con forza la validità e l’esclusività della tecnica di potatura a vaso policonico.

Emozionante la presentazione degli olivi monumentali, alla quale si sono accompagnati gli aneddoti e le vicende umane dei tanti custodi di queste “icone della biodiversità”: «Abbiamo svelato tesori che vanno protetti e valorizzati perché da questi territori riusciamo a ottenere degli oli che sono unici – ha ribadito Barbara Alfei -, questo ricco patrimonio di biodiversità deve arrivare al cuore del consumatore: attraverso l’oleoturismo possiamo condurre i consumatori a contatto con queste bellissime piante di olivo, a conoscere i produttori e le loro storie. Al di là dei contenuti tecnici, questo consente di dare un’anima importante al settore dell’olivicoltura».

 

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