Siamo ormai nel pieno della campagna 2025 di raccolta dei piselli freschi, destinati poi alla surgelazione. Una coltura tecnicamente complessa ma divenuta via via sempre più importante per la nostra regione. Interessante non solo per i possibili ritorni economici ma, soprattutto, perché in grado di garantire quella rotazione colturale sempre più complessa da attuare per gli agricoltori locali. È proprio nelle Marche, infatti, che ogni anno si produce una percentuale significativa di questi legumi che, una volta lavorati, saranno acquistabili presso la Grande distribuzione organizzata in tutto il paese.

Attualmente sono circa 6.000 gli ettari coltivati nelle cinque province marchigiane e fra le principali realtà interessate alla loro coltivazione vi sono le cooperative Covalm ed Orto Verde. Queste, con le loro strutture, si occupano l’una della coltivazione e l’altra della trasformazione e della commercializzazione di tali prodotti in una logica di filiera corta e garantita.
“La qualità è fortunatamente buona mentre le rese, al momento, non sono entusiasmanti – evidenzia Giampaolo Pettinari, presidente di Orto Verde – . Molto ha influito la stagione meteorologica tutt’altro che stabile. Le frequenti piogge delle ultime settimane hanno creato ristagni ed asfissie alle piantine. Inoltre, alcune leggere gelate che si sono presentate ad inizio aprile hanno penalizzato le varietà più precoci. Tutto sommato buono, invece, il grado tenderometrico.”

Un stagione al momento altalenante, dunque, che permetterà di tirare le somme solo al termine della raccolta. “Siamo in un momento ancora iniziale, la campagna è partita da un paio di settimane e dovremo vedere se durante la seconda fase di raccolta la situazione potrà migliorare. – aggiunge Pettinari – Gli ettari di piselli che come gruppo Orto Verde – Covalm gestiamo sono oltre 4.000 e di questi più della metà provengono dalle Marche. Naturalmente le situazioni possono variare da zona a zona, ma le precipitazioni questa primavera sono frequenti un po’ ovunque.”
Orto Verde, oggi, produce sia per grandi marchi internazionali, prima fra tutti Findus, che per conto proprio mediante la linea “Freschi di Campo”. Sono oltre 800 i soci imprenditori agricoli, più di 300 i dipendenti ed un fatturato stabilmente intorno ai 50 milioni di euro. Una realtà ormai strategica che, insieme ad altre che operano nel centro Italia, testimonia l’importanza che anche colture, a volte considerate minori, possono comunque ritagliarsi nell’economia agricola regionale.