Manca circa un mese all’inizio della campagna olivicola nelle Marche, con prospettive produttive complessivamente nella media e quantità leggermente inferiori rispetto al 2024, anno eccezionale per sovrapproduzione in alcune zone. Nonostante ciò, l’attenzione dei produttori resta alta: a complicare il quadro è la mosca dell’olivo, che quest’anno ha mostrato una particolare persistenza e capacità di diffusione, favorita dalle condizioni climatiche.

Secondo Angela Sanchioni, responsabile del Servizio Agrometeo Amap Marche e Barbara Alfei, tecnico per il settore olivicoltura di Amap Marche, «la prima parte della stagione è stata positiva, con crescita regolare delle drupe, ma poi siccità e alte temperature hanno causato annerimento, disseccamento e cascola in diverse areali olivicoli.
La mosca è ad oggi il problema principale: ha iniziato il suo ciclo già a luglio: l’intervallarsi di periodi di instabilità meteorologica, caratterizzati da precipitazioni e abbassamenti termici, ha favorito lo sviluppo del dittero e spesso limitato l’efficacia dei trattamenti adulticidi. È prematuro stimare la quantità di prodotto complessiva: molto dipenderà anche dall’evoluzione del parassita».
In alcuni casi, aggiungono, «i produttori probabilmente, decideranno di anticipare la raccolta prima della maturazione ottimale. Una strategia anche questa, per limitare nei casi più gravi, le conseguenze della mosca».
Le esperte sottolineano l’importanza di una gestione tecnica professionale ed integrata: «I produttori dovranno, quando possibile, combinare trattamenti larvicidi e adulticidi, e monitorare attentamente l’oliveto anche nel caso di impiego di trappole per la cattura massale, nonché seguire le indicazioni settimanali riportate nei notiziari Agrometeorologici inerenti il monitoraggio del dittero e l’applicazione delle strategie di difesa più idonee per il contenimento.
Al di là della mosca, olive di qualità

Lorenzo Mosci, agricoltore e produttore di San Marcello, conferma la difficoltà dell’anno: «Le quantità mi aspetto saranno inferiori allo scorso anno, ma attualmente le drupe presentano un buon accrescimento e sono ben idratate. Ciò però ha favorito attacchi del dittero in quanto le piogge hanno reso le olive più attrattive per il parassita e gli abbassamenti termici favorito la vitalità della mosca».
Per contrastare l’insetto, spiega: «Abbiamo effettuato un monitoraggio costante. In biologico abbiamo fatto cinque trattamenti con caolino, mentre in convenzionale abbiamo alternato trattamenti chimici a caolino. La raccolta inizierà nei primi giorni di ottobre, nei tempi previsti o prima nelle situazioni maggiormente compromesse dalla mosca».
Un quadro simile emerge anche dalle parole di Gaetano Agostini, produttore con circa 100 ettari di oliveti tra l’ Anconetano, l’ Ascolano ed il Fermano: «Sarà una stagione media, non abbondante ma neanche scarsa. Rispetto allo scorso anno, che era stato un anno anomalo con sovrapproduzione, registriamo circa il 40% in meno. La mosca sta causando problemi in tutti gli areali olivicoli collinari e della fascia costiera, ma dove sono stati applicati correttamente gli accorgimenti difensivi siamo riusciti a contenerne gli effetti».
L ’annata conferma dunque il bisogno di una professionalità sempre più elevata: il monitoraggio costante, l’integrazione dei mezzi tecnici impiegabili e la possibilità di anticipare la raccolta nelle zone più colpite diventano strumenti fondamentali. Pur con le difficoltà legate alla mosca, le olive si presentano più idratate, con un buon contenuto di olio, elemento che rappresenta un punto positivo per la qualità del prodotto finale.
Come emerso dal quadro delineato da esperti e produttori, la sfida sarà duplice: contenere i danni del parassita e portare in frantoio frutti di qualità, capaci di valorizzare al meglio il lavoro tecnico e agronomico delle aziende marchigiane.