Il primo report annuale “Frozen in Focus”, presentato da Findus, fotografa un cambiamento significativo nelle abitudini alimentari europee. Lo studio, condotto su oltre 7.500 consumatori in cinque Paesi, evidenzia come praticità, sostenibilità, risparmio di tempo ed uno spreco minore, spingano sempre più famiglie a preferire i prodotti surgelati, utilizzati da oltre quattro europei su dieci tra le due e le quattro volte alla settimana. L’Italia si posiziona sopra la media continentale, con il 44% dei consumatori che li utilizza con questa frequenza, confermando la crescente fiducia nel “frozen” come scelta di qualità, sicura e nutriente.
Per più di un italiano su due i surgelati sono un alleato prezioso nella gestione dei pasti quotidiani, e quasi la metà li sceglie per ridurre gli sprechi alimentari. Oltre la metà dei consumatori riconosce inoltre che i prodotti surgelati mantengono un valore nutrizionale equivalente, se non superiore, a quello del fresco. In questo contesto, le Marche emergono come territorio di eccellenza: una regione in cui la produzione di ortaggi surgelati unisce innovazione tecnologica e know-how agricolo, garantendo qualità costante e sostenibilità lungo tutta la filiera.
Filiera corta, qualità e tempestività
Ne abbiamo parlato con Pino De Luca, di Covalm e Ortoverde, una delle realtà più importanti del settore in Italia, che con i suoi due stabilimenti di Senigallia e Rotella, centinaia di soci produttori e migliaia di ettari coltivati, rappresenta un modello di filiera corta e integrata. «Noi che operiamo nel mondo del surgelato – spiega De Luca – sappiamo che prodotti come piselli e minestrone hanno grandi potenzialità di destagionalizzazione. Se si seguono le procedure corrette e si surgelano nei tempi giusti, si ottiene un prodotto che conserva le qualità del raccolto fresco durante tutto l’anno». La chiave è la tempestività: «Raccogliere al giusto grado di maturazione è fondamentale. L’industria garantisce procedure rigorose e controlli costanti, spesso superiori rispetto a quanto si faceva a casa in passato, quando i prodotti rimanevano ore o giorni prima di essere consumati, perdendo qualità e sapore».
Nelle Marche, dove le condizioni pedoclimatiche sono ideali per la coltivazione dei piselli e di altri ortaggi, specie i componenti dei minestroni, la raccolta si estende dal mare alle colline tra maggio e giugno, e il prodotto raggiunge gli stabilimenti entro un’ora per essere surgelato a -18 gradi. «In 30 giorni surgeliamo l’intera campagna dei piselli – precisa De Luca. – Poi il prodotto viene stoccato e confezionato man mano che lo richiede il mercato. Dal confezionamento la qualità è garantita per i successivi 24 mesi».
Nuovi investimenti e abitudini di consumo in evoluzione
La filiera marchigiana si rafforza grazie a importanti investimenti in tecnologia e sostenibilità. Il prossimo giugno sarà inaugurata la nuova cella frigorifera di Senigallia, un impianto da 21 milioni di euro con capacità superiore e consumi energetici ridotti, mentre la cooperativa rilancia il nuovo marchio “Freschi di Campo”, pensato per valorizzare le produzioni locali direttamente sul mercato. «Il consumo dei surgelati cresce, non a doppia cifra ma cresce perché ormai tutti consumano surgelati – osserva De Luca – ma non va dimenticata la sua relazione con l’andamento del fresco. Quando il fresco è disponibile e conveniente, il consumatore tende a preferirlo; quando scarseggia o diventa più costoso, il surgelato diventa la scelta più logica: pratica, sicura, conveniente e nutriente».
I prodotti più richiesti restano piselli, minestrone, spinaci e fagiolini, che entrano regolarmente nelle programmazioni alimentari settimanali delle famiglie. La regione Marche concentra oltre la metà dei piselli surgelati venduti in Italia, a conferma della centralità del territorio nella produzione nazionale. Per quanto riguarda le altre tre produzioni – conclude De Luca – da qui proviene un quarto della produzione italiana».
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