«Tanta uva rossa di qualità senza mercato. Servono visione e programmazione». L’allarme è del presidente di Confagricoltura Macerata, Andrea Pettinari, che accende i riflettori sul futuro della viticoltura locale. Quest’anno, infatti, il Maceratese e il Sud delle Marche registrano una produzione abbondante di uve rosse di grande qualità, ma le piccole aziende faticano a collocarla sul mercato.

Secondo Pettinari, la causa non sta nella qualità del prodotto, bensì nella spinta crescente – a livello nazionale e nelle strategie di comunicazione – verso i vini bianchi e le etichette leggere, che oggi godono di maggiore visibilità e richiesta da parte del consumatore.
Il risultato è che i grandi produttori di vino trascurano le uve rosse delle piccole aziende, che rischiano di rimanere invendute, mentre parallelamente cresce la domanda – e quindi il prezzo – delle uve bianche.
«Se non si mette in campo una vera programmazione settoriale – dice Pettinari -, il rischio è che a sopravvivere siano solo le grandi imprese strutturate, capaci di intuire per tempo le tendenze del mercato. Tutti gli altri rischiano di trovarsi con produzioni eccellenti, ma destinate a essere una eccedenza».
L’analisi del presidente di Confagricoltura parte da qui: «Nelle Marche stiamo vedendo un’ottima vendemmia per tutte le uve, ma se per quelle bianche c’è più richiesta, l’uva rossa non si riesce a vendere. Non la vuole nessuno». Allora prova a comprenderne le cause: «C’è innanzitutto una forte campagna contro gli alcolici e contro il vino a livello internazionale – dice -. Il vino rosso soffre di più perché più difficilmente si incastra con le attuali tendenze legate agli aperitivi, allo Spritz e ai vini leggeri facili da proporre. Il rosso è sempre un vino più impegnativo. Poi, come gli altri prodotti, è soggetto alle mode del momento». Momento che per il rosso, quindi, sembra ormai passato: «C’è stata la moda dei vini rossi importanti, carichi e strutturati, ma erano gli anni ’90, gli inizi del 2000. Poi è partita la tendenza del vino bianco e ora purtroppo noi agricoltori soffriamo a livello nazionale e soprattutto locale di una mancanza di programmazione, di indicazioni. Capitolo a parte per il prosecco e similari che godono dei favori della moda e vengono richiesti da tutti».
Secondo Pettinari, se la direzione del mercato e della comunicazione venisse anticipata, il settore soffrirebbe meno: «Ci troviamo a vivere una tendenza per cui la maggior parte degli agricoltori non era preparata: non è mai arrivata una indicazione per consigliare investimenti su vini bianchi o comunque gradazioni alcoliche più basse. O c’è la grande impresa che riesce a muoversi e capire le tendenze per tempo, e quindi organizzarsi in anticipo negli investimenti, oppure chi lavora per le grandi cantine si trova così, dall’oggi al domani, in una situazione in cui non sa a chi vendere le uve rosse, nonostante siano belle, di qualità, e sane».
Il presidente di Confagricoltura Macerata porta allora l’esempio di altri grandi Paesi votati all’agricoltura e suggerisce una strada che potrebbe intraprendere anche il Governo italiano: «Ci sono Stati che canalizzano le risorse per gli investimenti in base alle esigenze di mercato. I fondi vengono dirottati nei settori da sviluppare, perché hanno i prodotti più richiesti. Credo che questa possa essere la giusta partenza per non penalizzare un settore che nelle Marche vanta prodotti di qualità che non meritano di essere sottovalutati».