Tante sorprese nella valigia enogastronomica marchigiana

Tra curiosità e tradizioni alla scoperta di un ricco territorio
Attualità
di Veronique Angeletti

Non è la stessa cosa, comprare cibo tipico e riempire la valigia di souvenirs golosi. Il primo è un turista che, per ricordare la vacanza, fa la spesa e riempie di prodotti tipici la dispensa, mentre il secondo mira ad apparecchiare la tavola con tante piccole grandi storie colte. Racconti di tradizioni, d’uomini e d’innovazioni guadagnati leggendo in chiave enogastronomica il paesaggio.

TARTUFO

Come quello dove nasce il tartufo. Le Marche sono l’unica regione dove lo si trova fresco tutto l’anno. Non a caso vanta 13mila cercatori tesserati, 1600 ettari di tartufaie coltivate e certifica, ogni anno, circa 50 tonnellate di tartufo. L’occasione di visitare a macchie di leopardo il sottobosco dell’Appennino umbro marchigiano con tappa a Roccafluvione, Amandola, Fossombrone, Apecchio, Sant’Angelo in Vado, e fare una sosta ad Acqualagna. Con la piemontese Alba, si divide il titolo di capitale del tartufo bianco ed ospita uno strepitoso museo interattivo sul fungo ipogeo. Da abbinare magari ad una visita a Pergola. Nelle campagne della città che custodivano i maestosi bronzi dorati, l’azienda Pergola Tartufi ha costruito un viaggio sensoriale. In una tartufaia coltivata, alla classica “cerca” con il cane, ha abbinato una serie di strumenti inconsueti per aiutare ad ingigantire i cinque sensi (nella foto).

VINI E OLIO EVO

Per conoscere il vino e apprezzare la sua poesia, appuntamento in cantina che, ben organizzate, sanno narrare con brio e degustazioni le peculiarità delle 15 Doc e delle 5 Docg della regione. Poi, ci sono le varianti: esplorare con la bici “le vie del Bianchello del Metauro” proposto dalle 40 etichette dei Vignaioli d’Autore o scovare tesori enoici andando alla ricerca di vitigni dimenticati. Al Sud del Conero, il “Bordò”, varietà del “Grenache”, produzione di un folto gruppo di produttori del Piceno; al Nord, il Garofanata, l’Incrocio Bruni 54, l’uva “Famoso” girovagando tra Fratte Rosa (nella foto la sala degustazioni di Terracruda), San Costanzo e Monteciccardo.

Lato olio evo. ufficialmente, c’è una sola Dop, quella di Cartoceto, ma un po’ ovunque c’è il pregiato Olio Igp Marche, anche in versione monovarietale: da assaggiare su crostoni di pane integrale qualche goccia di Raggia, Piantone di Mogliano, Mignola, Leccino o Ascolana Tenera, tanto per citarne alcuni. Il che fa da nesso con la succulenta oliva all’ascolano ripiena. Una delle migliori ricette si trova sul sito fattoincasadabenedetta della blogger di Porto San Giorgio Benedetta Rossi.

BIRRA E SALUMI

Anche al beerlover, è riservato un trip esperienziale dove ogni tappa è il racconto della storia del birraio. Le Marche, quinta regione in Italia per produzione di orzo, conta 43 birrifici che producono circa 300 tipi di birra. Su vivereapecchio.it, 21 birrifici agricoli, artigiani e brew pub hanno tradotto in strade il birrovagare con tanto di mappe, passaporto e premio finale.

Ad agosto, gran parte del paniere ideale (nella foto) si trova in mostra nel Castello di Genga che domina la gola delle grotte di Frasassi, altra imprescindibile meta. In piazza: cereali antichi, legumi biologici, paste, salumi pregiati come il Re Ciauscolo, il salame di Fabriano, il prosciutto di Carpegna, formaggi speciali capeggiati dalla storica casciotta d’Urbino ma anche i paccasassi del Conero, il vino di visciola e lo storico sovrano correttivo, il Varnelli, che firma nelle Marche la tazzina di caffè.

Tags: Enogastronomia, in evidenza

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