Caldo record, crolla la produzione di latte nelle stalle marchigiane

Un calo fino al 25%. E i prezzi sono fermi rispetto a quanto sta accadendo nel resto d'Europa
Economia
di Francesco Cherubini

Le alte temperature si fanno sentire negli allevamenti marchigiani dove si registra un significativo calo nella produzione di latte bovino. Un trend, quella della riduzione del quantitativo a capo che gli allevatori mettono sempre in conto nel periodo estivo. Quest’anno però la situazione sembra ancora più accentuata, come ci spiega Antonio Trionf Honorati, presidente di Confagricoltura Ancona e alla guida di uno dei maggiori allevamenti della regione.

“Il caldo quest’anno è un delirio per le stalle marchigiane – spiega Trionfi Honorati – perché è arrivato molto prima del previsto. A giugno avevamo già raggiunto oltre 35 gradi e lo stress per gli animali è stato maggiore dal momento che non si è assistita a quella naturale gradualità dell’aumento delle temperature che avrebbe permesso di abituarsi al caldo torrido.
A livello produttivo, il calo del latte ne ha risentito in maniera significativa. Nel mio caso ho registrato una riduzione tra il 20 e il 25%. Aspettiamo di vedere cose succede a luglio ed agosto, sperando che quanto prima arrivi un po’ di refrigerio a mantenere le temperature sui valori stagionali”.

Una riduzione, quella del latte, che va purtroppo di pari passo con l’altro problema legato ai prezzi. Rispetto al quale il presidente di Confagricoltura evidenzia uno scenario che penalizza fortemente il mercato italiano e di conseguenza marchigiano.

Antonio Trionfi Honorati

“La questione dei prezzi – spiega infatti Trionfi Honorati – è bizzarra. Sicuramente un aumento c’è stato rispetto agli ultimi due anni anni. Ma oggi in Europa stiamo registrando una crescita del prezzo significativa a causa proprio della mancanza di latte dovuta agli sciagurati effetti del new deal che hanno portato alla chiusura di numerosi allevamenti in Germania, in Francia, in Danimarca. La domanda di latte è alta, il prezzo ne risente positivamente per gli allevatori. Ma in Italia questa crescita, che è praticamente quotidiana, si riflette in maniera molto, ma molto minore, direi praticamente impercettibile. Evidentemente c’è chi ci specula sopra, alle spalle ovviamente degli allevatori che restano l’anello debole della catena”. 

 

Con l’aggiunta che nelle Marche sembra quasi andar peggio. Guardando i dati dei prezzi del Latte crudo “spot” nazionale (sfuso in cisterna, franco arrivo latterie del Nord Italia), determinati dalla Commissione che fa riferimento alla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, si evidenzia il netto squilibrio: al 30 giugno, ad esempio, a fronte di una forchetta che va da un minimo di 68,56 ad un massimo di 70,11 euro a quintale (confermando una costante crescita a livello percentuale rispetto alle rilevazioni precedenti), nelle Marche non si raggiungono i 60 euro.

Tags: in evidenza, latte, stalle, Trionfi Honorati

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