C’è tanto delle Marche nei minestroni surgelati

Covalm: 800 soci, 300 dipendenti ed un fatturato di 49 milioni
Economia
di Veronique Angeletti

Che sia del tipo classico, leggero o ricorda la tradizione, c’è sempre tanto delle Marche nei minestroni surgelati. Questo perché piselli, fagiolini, spinaci, e non solo, hanno trovato qui una terra prediletta e poi, perché gli agricoltori hanno saputo organizzarsi nella Covalm, società consortile per azioni, acronimo di Coltivatori Ortofrutticoli Valli delle Marche.
RE DEL MINESTRONE – Un sodalizio fondato nel 2004 da 120 agricoltori che oggi sono in 800, di cui 700 marchigiani. In Italia, un leader nella trasformazione delle verdure surgelate – prima realtà per la coltivazione e trasformazione dei piselli – commercializzate sia attraverso la partecipata Orto Verde con il marchio “I freschi di campo”, sia rifornendo i grandi marchi della Gdo. Forte di due stabilimenti di surgelazione (300 dipendenti), il consorzio è il “Re del minestrone” per qualità del prodotto e per la sua organizzazione in filiera corta ed integrata. Controlla dalla semina alla distribuzione del prodotto imbustato, in poche ore, i vegetali freschi passano dal pieno campo agli stabilimenti di Senigallia e Rotella e offre la sicurezza di un sistema informatizzato all’avanguardia: traccia dove ogni singolo prodotto è stato coltivato «Peculiarità – entra nel merito il direttore commerciale Pino De Luca – che fa che i nostri prodotti singoli o in mix sono scelti dai più noti marchi del mondo del surgelato o da private label, quando non ci delegano il compito di farli con un preciso bilanciamento nutrizionale».

I dati parlano di un gruppo dal giro di affari di 49 milioni di euro che, nel 2021, ha raccolto solo nelle Marche e, quindi, surgelato 110 mila quintali di piselli, 30 mila di fagiolini, 20 mila di fagioli borlotti e 60 mila di spinaci. Il direttore spiega che oltre a questo poker di verdure surgelano carote, cavolfiori, cicoria, cime di rapa, porro, basilico, prezzemolo, cipolle, patate, verza. «Insomma, tutti i componenti di un minestrone di ottima qualità sulla scia dell’esperienza acquisita dai nostri agricoltori con i piselli». Quelli marchigiani, per dolcezza e compattezza, sono i migliori in assoluto e con il metodo dell’abbattimento a -40 in poche ore dal raccolto conservano tutte le qualità organolettiche del pisello fresco.

«Puntiamo inoltre alla sostenibilità con la rotazione delle colture e un’agricoltura lontana dalle sostanze chimiche. Poi, utilizziamo gli scarti come biogas. Copre il 20% del nostro fabbisogno energetico anche se non è sufficiente». Mentre sul fronte degli agricoltori, l’ente consortile è fedele allo spirito fondatore di fissare prezzi che mantengono il reddito. «L’uomo prima del prodotto» è così che la presidente del Cda, Francesca Colonnelli, riassume il principio.

 

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