Dalle Marche a Roma, la protesta degli apicoltori

Chiesta attenzione ad un settore dimenticato dalla Pac
Attualità
di Veronique Angeletti

Lanciano un grido d’allarme gli apicoltori pesaresi. Contro la concorrenza sleale del miele extra Ue e per la salvaguardia dei loro alveari e della loro professione. Motivo per cui, la scorsa settimana erano tra i “Quattro cento mille” in piazza Santi Apostoli a Roma. Tra le mille tute gialle, 150 solo dalle Marche, che hanno aderito alla manifestazione promossa da “Miele in cooperativa” e, insieme, rappresentano non meno di 400 mila alveari.

“Non potevamo non essere presenti a questo appuntamento fondamentale per la nostra sopravvivenza” ha detto Frédéric Oliva rappresentante del Consorzio apistico della provincia di Pesaro e Urbino . Chiediamo che siano avviate le procedure antidumping in Europa contro il miele cinese, turco che, tante volte non è nemmeno miele, ma in ogni caso ci sta soffocando con la concorrenza sleale”.

Spiega che il comparto del miele marchigiano e del pesarese è a rischio perché il mercato è fermo. “Fermo per acquistare miele italiano ma non per comprare quello extra Ue in particolare il cinese che passa per la Turchia attraverso l’Ucraina. Spesso, contiene degli zuccheri esogeni ossia sciroppo di glucosio, amido di riso e ha una quotazione sul mercato molto bassa che condiziona il prezzo proposto agli apicoltori italiani. Non copre nemmeno i costi per raccoglierlo”.

Spetta al consumatore essere attenti. “Anche se saper leggere un’etichetta – ha avvertito Oliva – non basta. Per identificare la provenienza, ogni produttore ha i propri codici e diventa difficile capire da quale paese proviene”. Pertanto, per chi vuole un miele di qualità e sicuro, la soluzione è comprare mieli che specificano nome e cognome dell’apicoltore e localizza l’azienda agricola. Il che significa che non solo si va a sostenere un agricoltore del territorio ma si va a sostegno della biodiversità. “Dentro 1 kg di miele – incalza – non c’è solo miele, ma si compra il lavoro delle api che hanno impollinato ettari di frutteti, di campi e di boschi”.

Accanto al presidente di Miele in Cooperativa Riccardo Babini e il segretario generale dell’associazione, Riccardo Terriaca e a sostegno degli apicoltori erano presenti Luigi D’Eramo sottosegretario con delega apicoltura, Mirco Carloni presidente XIII Commissione Agricoltura Camera Deputati e Stefano Vaccari Capogruppo Pd Commissione Agricoltura Camera.

“La manifestazione – ha concluso Oliva – voleva anche attirare l’attenzione su un settore del tutto abbandonato. Gli alveari non godono del sostegno della Politica agricola europea; gli agricoltori non hanno agevolazioni come il gasolio agricolo o polizze assicurative che consentono di difendere il reddito. Purtroppo, finché non saranno adottati provvedimenti di tutela e sussidi adeguati che ci consentono di coprire almeno le spese sostenute al fine di custodire le aree naturali, vedo un futuro compromesso”.

Nel pesarese, attualmente sono recensiti circa 12mila alveari curati da 800 apicoltori di cui 570 iscritti al Consorzio apistico della Provincia di Pesaro e Urbino. La scorsa settimana, 1kg di miele cinese sul mercato era quotato 2,14 euro, mentre per recuperare costi, investire nel benessere delle api e ricavare reddito, il prezzo di vendita di 1 kg di miele pesarese non dovrebbe essere inferiore a 10 euro.

Tags: apicoltori, in evidenza, Miele, protesta

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