Grano: si conferma buona la raccolta, mancano le proteine

Francesco Paccagnani, agente di Morro d'Alba del Consorzio Agrario: "Serve ripensare il sistema di valorizzazione”
Attualità
di Giorgia Clementi

Con la raccolta che in molte zone delle Marche ha superato il giro di boa, i dati raccolti finora raccontano di un’annata positiva sotto il profilo delle rese e del peso specifico. Come riportato in un nostro precedente articolo, in diverse aree della regione si sono toccate punte superiori ai 65 q.li per ettaro, con un andamento generalmente regolare e favorito anche da un contesto meteorologico stabile durante le operazioni di trebbiatura. Più disomogenea, invece, la situazione delle proteine, con risultati variabili da zona a zona e non sempre soddisfacenti per i parametri richiesti dai mulini. Il problema principale resta però quello del prezzo: troppo basso, e poco coerente con l’investimento di tempo e risorse fatto dagli agricoltori.

Uno sguardo più dettagliato sulla raccolta arriva ora dalle colline tra Morro d’Alba, Jesi e Val Cesano, dove il ritiro è curato da Francesco Paccagnani, agente del Consorzio Agrario di Ancona per Morro d’Alba, che da solo raccoglie grano per circa 2.000 ettari.

“L’annata non è stata affatto negativa – spiega Paccagnani –. Abbiamo registrato rese variabili dai 30 ai 70 quintali per ettaro, con una media stabile intorno ai 45-50 quintali. Il peso specifico è buono, ma sul fronte delle proteine siamo in grave difficoltà: su tutta l’area le analisi restituiscono valori molto bassi, intorno agli 11-12, con pochissime eccezioni”.

Solo a Morro d’Alba, riferisce l’agente del Consorzio, sono stati ritirati 48.000 quintali di grano, ma la qualità proteica del raccolto resta un tasto dolente: “Abbiamo avuto qualche ‘mosca bianca’ da 15, ma sono casi isolati. Serve ripensare la remunerazione in funzione di annate che presentano raccolti con queste caratteristiche”.

Secondo Paccagnani, il calo di proteine è da attribuire a una serie di fattori tecnici che hanno influito sul ciclo produttivo. Primo tra tutti, la semina: “Per raccogliere molto, bisogna partire bene. Seminare al momento giusto è già metà del lavoro. Poi è fondamentale razionare la concimazione: fosforo alla semina, azoto in tre momenti distinti, e non bisogna trascurare né il diserbo né il trattamento fungicida alla spiga. Purtroppo, quest’anno i diserbi non hanno funzionato a dovere, e il risultato si vede”.

La delusione per i prezzi si aggiunge a quella per le analisi proteiche: “Servirebbe una nuova strategia di mercato. Non possiamo lasciare fuori dalla valorizzazione tutto il grano sotto il 13 di proteine. Con queste regole attuali, chi produce bene ma senza quel parametro viene penalizzato”.

Il quadro complessivo conferma quanto già emerso anche in altri comprensori: ottimi pesi specifici, rese tendenzialmente buone, prezzi insoddisfacenti e una qualità proteica non sempre in linea con le aspettative. Una situazione che pone l’accento sul come garantire un’equa valorizzazione del lavoro degli agricoltori, al di là delle sole caratteristiche analitiche del prodotto.

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