Il pascolo brado è possibile non solo nei prati permanenti

Nota ministeriale utile alle aziende zootecniche in aree interne
Attualità
di Alberto Maria Alessandrini
Novità importanti per le aziende zootecniche che svolgono la propria attività in forma brada o semi/intensiva. Una recente nota del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e Forestale, datata 5 dicembre 2023, in risposta ad una sollecitazione della Regione Sardegna, ha finalmente riportato un chiarimento e delle novità in merito all’attività di pascolamento.
Ai fini dell’ammissibilità della superfice pascolabile, chiarisce il Ministero, non è preclusa la possibilità di esercitare l’attività di pascolamento su superfici agricole diverse dai prati permanenti. La questione era stata sollevata dalla Regione Sardegna ma andrà a toccare anche molte altre realtà locali, fra cui le Marche, che vedono ancora la presenza di aziende agricole attive nell’allevamento brado dei propri animali (basti pensare alle aree interne e alla montagna).
Conseguentemente si è finalmente fugato ogni dubbio circa la possibilità di praticare il pascolamento anche sui seminativi. Il calcolo del carico di bestiame, poi, dovrà essere eseguito considerando la superficie della parcella agricola adibita a pascolo con le effettive UBA al pascolo e i relativi periodi di utilizzo a tal scopo.
Questa situazione consente di risolvere molti problemi connessi all’introduzione del carico massimo, introdotto con il D.M. 27 settembre 2023: “Il carico è adeguato alla conservazione del prato permanente se la densità del bestiame al pascolo non supera 2 UBA/ettaro/anno nelle zone vulnerabili ai nitrati e 4UBA/ettaro/anno nelle altre zone, fatto salvo quanto diversamente disposto delle regioni e province autonome e comunicato all’Organismo di coordinamento con le modalità dal medesimo stabilite.”
Tuto ciò, oltre a chiarire la questione del corretto carico di bestiame ammesso per superficie, sarà anche importante per evitare contenziosi con Agea in termini di rispetto della Pac. In tal modo, ad esempio, sarà possibile utilizzare per il pascolamento del bestiame anche quelle aree destinate a cereali od altre culture una volta che sia stata effettuata la raccolta ed in attesa della successiva lavorazione. Una questione di buon senso che, da un lato, garantisce un efficiente sfruttamento delle superfici aziendali nei periodi interculturali senza dimenticare il benessere animale.
Tags: in evidenza, Pascolamento, zootecnia

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