Buona la performance ambientale del sistema economico marchigiano che si distingue per alcuni positivi risultati, ma anche per diverse sfide ancora aperte. Questo il sunto di quanto emerso da una recente indagine della Camera di Commercio delle Marche. Un focus sulla sostenibilità e sull’efficienza delle risorse che ha analizzato ed incrociato i dati Istat, AsviS 2024 ed il Rapporto Circonomia Fano 2024 dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia in cui emerge chiaramente il ruolo di primo piano che stanno svolgendo gli agricoltori locali.
La nostra regione, infatti, ne esce con ottime performance, migliori rispetto alla media nazionale con 20 indicatori positivi su 25. Tra questi si ricordano il costante aumento di raccolta differenziata o la bassa produzione di CO2 pro-capite. Male, invece, in tema di energia dove l’autoproduzione, soprattutto da fonti rinnovabili, continua ad essere insufficiente. Immediate le riflessioni circa i continui ostacoli riscontrati dalle aziende agricole che vogliono investire in agroenergie, con comitati e politica locale spesso schierati contro impianti fotovoltaici o centrali a biomassa.
Nel rapporto, come già accennato, emerge però un dato incontrovertibile: l’assoluto virtuosismo del comparto primario regionale, sempre più in grado di coltivare coniugando attenzione all’ambiente e gestione dello stesso. Secondo l’ultimo Censimento generale condotto da Istat, le Marche possono contare su una superficie agricola totale di quasi 590mila ettari, di cui circa 455mila di superficie agricola utilizzata (SAU). Su tali aree, circa la metà della superficie complessiva regionale pari 9.694 km², le imprese agricole hanno progressivamente ridotto l’utilizzo di fertilizzanti con 205,5 kg/ha, (media nazionale: 464 kg./ha) . Anche sul capitolo prodotti fitosanitari gli imprenditori agricoli marchigiani risultano incredibilmente misurati con un uso medio di 5,5 kg./ha. (11,5 kg./ha media italiana). Numeri che dovrebbero fare riflettere circa le frequenti crociate ideologiche contro un settore erroneamente ritenuto pieno di individui poco attenti a tematiche quali sostenibilità a ambientale e ammodernamento dei processi produttivi.
Quanto poi alla percentuale di Sau Biologica le Marche sono, ed è cosa nota, fra le prime realtà italiane collocandosi al quarto posto. Vengono condotti in bio il 26,6% dei terreni (+4,3% rispetto al 2022), mentre la media italiana si ferma a 18,7%.
Dulcis in fundo, le Marche sono anche la regione con la minore incidenza di occupazione irregolare in agricoltura : unica regione in tutto lo stivale a porsi al di sotto della quota del 10% (9,4%) a fronte di una media nazionale del 23,2%.
Numeri inequivocabili che testimoniano innanzi tutto un aspetto: la costante professionalizzazione degli operatori del settore agricolo. Degli imprenditori sempre più preparati e formati che, però, meriterebbero più attenzione da parte delle istituzioni ed una migliore remunerazione da parte del mercato.