Cresce la produzione vinicola marchigiana. E cresce in maniera significativa. A conferma di quanto anticipato da marche Agricole, le stime di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini appena rese note, indicano che l’Italia produrrà quest’anno 47 milioni di ettolitri di vino, l’8% in più rispetto allo scorso anno. Le Marche, dal canto loro, si assesteranno su 834 mila ettolitri, il 18% in più rispetto al 2024 quando la produzione vinicola si era arrestata a 710 mila ettolitri.
Se poi si prende la media degli ultimi 4 anni (2020-2024), che per le Marche è stata pari a 780 mila ettolitri, nel 2025 si registra comunque un significativo +7/8%.

“Lo scorso anno era stata una campagna molto deludente in fatto di quantità” conferma Federico Castellucci, presidente di Confagricoltura Marche e una delle personalità più autorevoli nel settore vitivinicolo. Che aggiunge: “Quest’anno bene la quantità ma di estremo interesse è soprattutto la qualità. Abbiamo uve sane con grandi equilibri. Il problema sarà collocarle sul mercato, trovare consumatori che fanno gli acquisti. Ma intanto ci teniamo stretto questo dato di fatto: sicurissimi di avere un prodotto di alta qualità”.
Proprio il mercato resta un problema generale. Come confermato anche dal presidente dell’Unione Nazionale Vini, Lamberto Frescobaldi: “Brindiamo a un’annata qualitativamente eccellente, ma non per le quantità. Alle attuali condizioni di mercato, sarà difficile garantire la giusta remunerazione alla filiera con una vendemmia da 47,4 milioni di ettolitri a cui si aggiungeranno verosimilmente circa 37 milioni di ettolitri di vino in cantina. Ci troviamo a fare i conti con difficoltà che non riguardano solo l’Italia, ma tutti i Paesi produttori”.
Questione che interessa da vicino anche le Marche ed il suo vino principe, il Verdicchio Castelli di Jesi.
“Bene abbiamo fatto come soci Imt – aggiunge Castellucci – nel decidere di prorogare la misura dello stoccaggio per la Doc, a partire da 110 quintali ad ettaro e dunque vmettere a riserva i restanti 30 quintali previsti dal disciplinare, in attesa di vedere come andrà il mercato. E bene è anche la proposta di un blocco per uno o due anni per nuovi impianti”.
Sullo sfondo anche la preoccupazione che giunge dal maceratese, come ricordato da Marche Agricole, con i piccoli viticoltori in difficoltà nel conferire le proprie uve rosse: anche qui la qualità è elevata, ma le grandi cantine registrano difficoltà nell’accogliere una così elevata fornitura.