“Al fianco degli agricoltori, uniti e senza bandiere”

Agrinsieme elenca le tante ragioni di una protesta condivisa
Attualità
di Giorgia Clementi

“Siamo vicini a tutti gli agricoltori che in questo momento stanno marciando verso Roma in maniera pacifica e costruttiva, senza distinzioni di parte ma sotto un’unica bandiera, quella italiana”. Così Nevio Lavagnoli, coordinatore di Agrinsieme, ha aperto questa mattina la conferenza stampa sul tema “Le proposte di Agrinsieme Marche per una nuova politica agricola regionale, nazionale ed europea”, tenutasi a Jesi presso la sede centrale del Consorzio Agrario di Ancona.

Il coordinamento, che vede riuniti Cia, Confagricoltura, Copagri, Aci Agroalimentare e Frima Marche hanno voluto cogliere questa occasione unitaria per argomentare le ragioni che, in questi giorni, stanno muovendo centinaia di agricoltori italiani. Cortei di trattori guidati da manifestanti preoccupati per il loro futuro; arrabbiati per problematiche varie e numerose, che partono dalla politica europea per arrivare alla dignità stessa dei “custodi del territorio e dell’ambiente”.

“Il fatto che le manifestazioni siano ordinate e riducano al minimo i disagi – ha osservato il presidente regionale di Cia Marche, Alessandro Taddei – ha contribuito a far sì che gli stessi cittadini applaudono al passaggio dei trattori, condividendo la loro protesta. Ed è bene chiarire che sono tutti gli organi istituzionali che devono capire queste esigenze, perché sì è l’Europa che ha approvato la Pac, ma sono i Governi nazionali che l’hanno avallata e le Regioni che ne attuano buona parte dei contenuti”. E chiaro il messaggio alla Regione Marche che, come è stato sottolineato “è da 15 anni che andiamo ripetendo che non è mai stata all’avanguardia nell’applicazione dei regolamenti tenendo conto delle esigenze degli agricoltori”.

Ad una politica agricola da rivedere perché burocratica e non funzionante si aggiungono poi ulteriori questioni interne che hanno portato alle proteste attuali.

“Perché le proteste sono iniziate proprio ora? – ha domandato provocatoriamente Luciano Petrini a nome dei contoterzisti di Frima Marche – Perché è appena iniziato il 2024 e gli agricoltori stanno tirando le conclusioni dell’anno passato. Tutti i prodotti che si vanno a vendere non compensano quello che è stato speso. Si sono incrociati vari fattori: una stagione disastrosa dove si è raccolto poco prodotto e di scarsa qualità. Il prezzo è crollato, le anticipazioni invece sono state altissime. Il 2022 e il 2023 hanno avuto costi delle colture alle stelle e oggi le aziende agricole si sono accorte che non hanno più liquidità”. A complicare la possibilità di trovare una soluzione c’è poi la Regione che non aiuta sulla questione degli Ecoschemi, in particolare l’Ecoschema 4 che, come spiegato “impone regole serrate, vieta alcuni prodotti fitosanitari e il divieto al doppio trattamento sui cereali”. Una rigidità che rende impossibile agli agricoltori rispettare la normativa e, di conseguenza, anche accedere ai sussidi previsti.

“Le ultime due annate ed i costi assurdi hanno costretto le aziende ad intaccare il capitale e il 2024 sarà l’anno della mazzata perché la PAC, che poteva essere l’unico respiro per noi agricoltori, è scesa del 40%” ha aggiunto Antonio Trionfi Honorati, presidente di Confagricoltura Ancona toccando le attuali problematiche finanziarie del comparto agricolo: “il credito agricolo presenta interessi altissimi che, nei grandi investimenti delle aziende maggiori si traducono in decine di migliaia di euro di costi”.

È evidente dunque, “la necessità di rivedere il credito di imposta sul gasolio, la moratoria di almeno 12 mesi e la possibilità di dare credito alle aziende a tassi irrisori”, ha aggiunto Stefano Burattini di Alleanza delle Cooperative Italiane.

Infine, una questione che tocca il cuore della protesta e si concretizza nel veder riconosciuta e rivalorizzata una professione fondamentale da secoli per la comunità umana: smentire la nomea di un agricoltore nemico dell’ecologia, che mina l’ecosistema: ”troppo spesso battezzato come nemico del territorio quando invece con il territorio l’agricoltore ci vive in simbiosi” ha commentato Andrea Passacantando di Copagri Marche. “Per questo bisogna spingere il governo a lavorare verso la riqualificazione culturale, sociale ed economica dell’agricoltore” perché, la dignità di ogni lavoratore passa inevitabilmente per ciò che il contesto in cui opera gli riconosce: “ad oggi – ha concluso Passacantando – di 1 euro pagato dal cliente solo 0,15 centesimi finiscono nelle mani dell’agricoltore. È fondamentale lavorare sulla renumerazione e su una redistribuzione del reddito”; ne vale il futuro dell’agricoltura.

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Tags: Agrinsieme, Consorzio Agrario Ancona, in evidenza, protesta trattori

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