Montepulciano, la Regione con i produttori di vino marchigiani

Fare squadra contro il tentativo di inibirne l'uso in etichetta
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di Alberto Maria Alessandrini

Quella della possibile inibizione, da parte del ministero dell’Agricoltura, dell’uso in etichetta del termine Montepulciano per tutti i produttori al di fuori dell’Abruzzo è una questione che, ormai da mesi, sta tenendo sulle spine un intero comparto. Già lo scorso settembre sia Confagricoltura Marche che i presidenti dei due Consorzi regionali dei Viticoltori, l’Istituto Marchigiano Tutela Vini ed il Consorzio Tutela Colli Piceni, avevano lanciato l’allarme. Una questione lesiva non solo per i viticoltori, ma anche per i consumatori stessi come ricordato su Marche Agricole dai diretti interessati (vedi qui).

A tal proposito, arriva ora anche la posizione ufficiale dell’assessore all’agricoltura Andrea Maria Antonini che ha comunicato di aver richiesto un incontro al ministero sulla questione della denominazione “Montepulciano”. Ciò al fine di fare sintesi anche sul percorso che porti, in tempi rapidi, all’adozione del decreto etichettatura dei vini, in modo condiviso e per la tutela di tutti i produttori vitivinicoli italiani. Una posizione, dunque, che recepisce le richieste di viticoltori ed associazioni di categoria, Confagricoltura in primis.

“L’obiettivo – ha dichiarato Antonini- è fare sistema e non disperdere energie in lotte di vicinato. Alla luce della revisione delle regole sull’etichettatura, infatti, l’utilizzo del sinonimo Cordisco rischia di legittimare una regione a impedire ad altre l’uso del nome di un vitigno che, invece, è regolarmente e storicamente coltivato e conosciuto.”

Fondamentale, a questo punto, sarà riuscire a ricondurre la questione sui binari di una leale e proficua collaborazione non solo tra le Regioni ma anche tra gli stessi produttori vitivinicoli.

“Comprensibile – prosegue l’assessore – la preoccupazione per le norme introdotte dal Decreto del Ministro dell’Agricoltura del 26 ottobre 2023 che consentono l’uso della denominazione “Montepulciano” ai soli produttori abruzzesi, obbligando tutti gli altri all’uso della denominazione Cordisco. L’ informazione del consumatore dovrebbe essere fatta usando i termini conosciuti che consentano l’immediata associazione tra il nome e l’oggetto che quel nome vuole indicare. Se un vitigno è comunemente e tradizionalmente conosciuto come Montepulciano e così lo classificano i numerosi disciplinari vigenti, è quello il nome che lo rende riconoscibile. Difficile riconoscere ugual ruolo ed efficacia a un nome scomparso, nella trascrizione, dal registro cartaceo a quello informatizzato alla fine degli anni ’80 e reintrodotto a puro scopo strumentale.”

Tags: Antononi, confagricoltura, Consorzio Vini Piceni, Imt, in evidenza, Montepulciano

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