Il triangolo benedetto

Le Marche e le sue magiche geometrie
Intorno al Focolare
di Carlo Nardi

Più ci si sofferma a rimirare il nostro meraviglioso territorio, più si resta incantati dalla sua magica armonia fatta di profonde vallate, dolci colli, vertiginosi picchi e rilassanti spiagge. Un ameno digradare dall’Appennino all’Adriatico che i fiumi disegnano in schiere ordinate e senza tempo, come fluenti messaggeri di conoscenza e civiltà. Geometrie quasi perfette attraverso le quali il Grande Architetto ha arredato il giardino delle Marche irrorandolo in ogni suo anfratto e consegnandolo all’uomo che lo ha adornato ricamando ordinati appezzamenti che sono fonte di vita e frutto di duro lavoro.

Magiche geometrie scandiscono la nostra Terra come se qualcuno dall’alto ne avesse determinato scientemente la successione: un mitologico Dio-Drone le proietta ai posteri a testimonianza di quanto sia indispensabile il connubio Natura-Uomo. Una sacra alleanza che fa delle Marche uno dei giardini più gradevoli d’Italia.

Ma tra tutte le sorprendenti geometrie sopra elencate ce n’è una che rasenta l’incredibile, quella che più di tutte rinforza il convincimento che nelle Marche nulla è per caso: un “Triangolo Benedetto” che fa da pacifico contraltare a quello “Maledetto” scandito in Atlantico da misteriose sparizioni, tra le coste della Florida e le Isole Bermude.
Fateci caso: stando seduti “intorno al focolare” e buttando l’occhio alla finestra verso Ovest, sul far della sera distingui le speculari sagome trapezoidali del San Vicino a Nord e del Vettore più a Sud, mentre dalla finestrella opposta, quella verso Est, il Cònero si adagia marpione sul mare a corteggiar la luna. Tre montagne che rappresentano i vertici di un “Triangolo Benedetto” al cui interno, al contrario di quello oltre oceano, non sparisce nulla ma anzi appaiono magicamente località uniche al mondo. La cosa incredibile è che i tre monti sono praticamente uguali: tre trapezi in scala l’uno sull’altro che racchiudono le Marche meridionali in una piccola ma significativa “Trinacria de noantri”. Tre simpatici impostori, figli di Gea, che qua si sono piazzati tracciando solchi sulla terra di Marca e delimitandola dalla notte dei tempi.

All’interno di questa pagana “Trinità di Monti”, ce n’è di ogni, come si usa dire oggi: dalle “Due Sorelle” alle “Grotte di Frasassi”, dalle “Lame Rosse” al “Lago di Pilato”, gli elementi si sono divertiti a scolpire opere uniche ed irripetibili che l’Uomo ha arredato immaginando perle d’architettura come Visso, detta la Cortina dei Sibillini, Elcito, anche chiamato il Tibet delle Marche, e le Grotte del Passetto ad Ancona, vero e proprio pied a mer degli abitanti del capoluogo; oppure salotti di cultura e socialità come lo Sferisterio a Macerata e Piazza del Popolo ad Ascoli. Infine Fermo che dal suo Girfalco, osserva lungimirante le sue terre.

A voler ampliare il discorso con interpretazioni mitologiche, va detto che il Sole ha scelto Ancona per sorgere e tramontare; il Fato ha scelto Jesi per far nascere Federico II che da qui iniziò la sua brillante carriera di “Stupor Mundi”; l’Infinito ha scelto Recanati per farsi celebrare in versi dal Giovane Favoloso; la Pittura ha scelto Fabriano per farsi più Gentile; la Maledizione Divina ha scelto il Lago in cima al Vettore per sprofondare il feretro di Pilato che così, oltre alle mani, si è lavato tutto il corpo. Infine la Dea Cybele, simbolo di fecondità, il cui nome attraverso i secoli e gli idiomi locali si è modificato in Sibilla, ha scelto il nostro appennino per dominare gli elementi, come ipotizza Diego Mecenero nel suo “le Affascinanti Leggende dei Monti Sibillini”, (2021 -Edizioni Ephemeria).

A non voler far torto a nessuno va detto che a settentrione di questo territorio, il Rinascimento ha scelto Urbino, la Musica ha deliziato Pesaro e la Fortuna ha assistito Fano, giusto per rimarcare di più, nel caso ce ne fosse bisogno, la magia della nostra regione. Ma tra le tante affabulazioni che affondano le loro origini tra il sacro ed il profano, tra la storia e la fantasia, tra la mitologia e la realtà, quella che più di tutti ci fa dire che il nostro è un territorio eletto è la Santa Casa di Loreto: angeli amici qui depositarono niente meno che le sacre Mura Mariane…E poi ditemi voi se questo non è davvero un “Triangolo Benedetto”!

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