Vinitaly, oltre 8.000 persone allo stand delle Marche

Un bilancio giudicato positivo. In crescita la produzione biologica
Economia
di Francesco Cherubini

È un bilancio molto positivo quello che fa la Regione Marche della partecipazione al Vinitaly, comunicando che sono state oltre 600 le bottiglie stappate nel proprio stand (una cinquantina le cantine qui presenti) per una presenza alle degustazioni libere dei vini marchigiani che ha superato le 8.000 persone. Senza contare i visitatori che si sono fermati negli altri 50 stand privati che le cantine marchigiane più strutturate hanno allestito in proprio. Si tratta di appassionati, degustatori esperti, ma anche buyer italiani ed esteri, interessati ai vini Dop e Igp del vigneto Marche, apprezzato per la biodiversità e per l’alta vocazione al biologico, un elemento distintivo che sempre più rappresenta una leva di acquisto per i consumatori, dall’Italia al Nord Europa.
Hanno visitato lo stand delle Marche tre ministri (Lollobrigida per l’Agricoltura, Schillaci per la Salute e la Santanché per il Turismo), oltre al premier Giorgia Meloni. Presenze che fanno dire all’assessore regionale all’agricoltura Andrea Maria Antonini “l’attenzione del Governo nei confronti del vino, dell’agroalimentare e del turismo quali fattori strategici per il Paese”.
Poi una riflessione in chiave marchigiana: ““Siamo ormai prossimi a raggiungere, con quasi sette anni di anticipo, gli obiettivi che la Commissione europea ha fissato per il 2030 in tema di incidenza delle superfici agricole biologiche sul totale coltivato, in quanto già oggi sfioriamo il 25% della Sau biologica. Sono numeri che pochi in Europa possono vantare e che raccontano una vocazione storica al biologico dell’agricoltura marchigiana”. Anche il vigneto bio, cresciuto di oltre il 9% nell’ultimo anno, ha un’incidenza del 39,5% sul totale (6.991 ettari su un totale vitato di 17.687 ettari), con le province di Ascoli Piceno e Fermo che hanno superato il tasso del 46%. Biologico, biodiversità e sostenibilità saranno sempre di più i pilastri sui quali costruire una rete di marketing finalizzata a migliorare le performance di export del vino marchigiano”

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